Scontri ad Atene: molotov e lacrimogeni

Durante la marcia indetta per protestare contro l'austerità imposta dall'Ue, un gruppo di manifestanti si è scagliato contro le forze dell'ordine che, però, hanno preferito non caricare

Scontri ad Atene: molotov e lacrimogeni

Non c’è la folla oceanica della manifestazione che ha preceduto il referendum. E c’è tutto un altro clima. Molotov e lacrimogeni lanciati in serata da un gruppo di anarchici hanno spezzato l’atmosfera di protesta pacifica per le strade di Atene nel giorno più lungo per la Grecia, che con una raffica di scioperi e cortei ha fatto sentire sin dal mattino la voce del "no" al piano di austerity concordato da Tsipras a Bruxelles.

A trasformare la piazza simbolo di Atene in un campo di battaglia sono stati una trentina di black bloc che hanno costretto la gente a rifugiarsi nei bar e nei negozi ancora aperti, mentre loro diventavano i padroni assoluti. Bombe carta, molotov, gas lacrimogeni hanno scatenato la guerriglia urbana. Obiettivo la polizia. E, ovviamente, il parlamento, nel quale i parlamentari sono chiamati a votare le prime riforme volute dall’Eurosummit. E che la polizia ha immediatamente circondato, schierando un imponente dispositivo di sicurezza.

La gente comunque non si è scoraggiata e, tornata la calma, ha ripreso in mano le bandiere e ripopolato la piazza per gridare un pacifico "Oxi" al piano accettato da Tsipras. Il colpo d’occhio a Syntagma, prima dell’arrivo dei black bloc, era tutt’altro. C’erano i militanti di "Piattaforma di sinistra", l’ala radicale di Syriza, con i cartelli "100% contro il memorandum". Cantavano slogan come "Non diamo le nostre case alle banche" e "Prendete i memorandum e andatevene". E poi ancora c’erano gli antagonisti di "Kontra" che distribuivano volantini intitolati "O rivoluzione o niente". Ma l’atmosfera era tranquilla. I bar sulla piazza continuavano a sparare musica disco e a servire cocktail e gelati, almeno fino alle prime ore della serata. E la polizia era rimasta in disparte e controllava discretamente gli edifici pubblici.

Anche gli anarchici di piazza Exarchia continuavano a riconoscere al governo Tsipras il merito di aver ordinato "niente brutalità". Poi l’arrivo delle tute nere e la fuga della gente. Ma le proteste, nella Grecia chiamata a decidere del suo futuro, erano iniziate già in mattinata con lo sciopero degli statali e l’annunciata serrata delle farmacie.

Il primo corteo è partito a piazza Syntagma poco dopo le 10 del mattino. Erano le donne delle pulizie del ministero delle Finanze, quello che è stato di Varoufakis ed ora è passato a Tskalatos. Mandate a casa dal governo Samaras in nome della vecchia austerità, riassunte per promessa elettorale da Tsipras, ora dovranno tornare a casa di nuovo.

Poi è stata la volta del grande corteo degli statali, convocato da Adedy, la sigla che raggruppa tutti i sindacati della pubblica amministrazione. Sui cartelli: "Fuori i neonazi", "Cacciamo tutte le troike", "No ai vecchi e nuovi memorandum".

Dopo circa una mezz'ora di scontri è infine tornata la calma nel centro di

Atene. Circa 30 persone sono state arrestate, ha fatto sapere una fonte di polizia. Le strade circostanti il Parlamento sono deserte, mentre i cassonetti dell'immondizia sono stati dati alle fiamme e continuano a bruciare

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