Una nuova speranza ora arriva dalla Spagna. I ricercatori del Paese europeo più colpito (ad oggi sono oltre 140mila i casi totali e quasi 14mila i morti) hanno identificato un potenziale farmaco in grado di bloccare gli effetti del virus Sars-CoV-2. Il trattamento - individuato dagli scienziati dell'Istituto di bioingegneria catalano (Ibec), guidati da Núria Montserrat, insieme a colleghi di altre numerosi centri internazionali - si è dimostrato efficace in una sperimentazione avvenuta su mini-reni generati da cellule staminali umane. E ora potrà essere testato su circa 200 pazienti Covid positivi.
I ricercatori, come riporta AdnKronos, sono riusciti a decifrare il modo in cui il virus cinese interagisce e infetta le cellule renali umane. "L'uso di organoidi umani - ha spiegato Núria Montserrat in una nota dell'Ibec - ci consente di testare in modo molto agile i trattamenti che sono già in uso per altre malattie o che stanno per essere validati. Quando il tempo è breve, queste strutture 3D riducono drasticamente il tempo che passeremmo a provare un nuovo farmaco sugli umani".
Studi recenti hanno dimostrato che per infettare una cellula, i coronavirus usano una proteina chiamata S che si lega a un recettore sulle cellule umane chiamato Ace2. Questo legame è stato identificato come porta d'ingresso del virus nel corpo umano e quindi evitarlo potrebbe costituire un possibile bersaglio terapeutico. I ricercatori spagnoli hanno così seguito questa strada e si sono concentrati sulla comprensione del ruolo del recettore Ace2 in questi organoidi umani che imitano quasi tutte le caratteristiche di un organo reale.
Il recettore Ace2 è espresso in più tessuti, polmoni, cuore, vasi sanguigni, intestino e reni. Proprio quest'ultimo caso, unito al fatto che Sars-CoV-2 possa essere trovato nelle urine, ha portato i ricercatori a pensare di utilizzare organoidi renali umani come modello. In particolare, gli studiosi hanno dimostrato che questi organoidi contenevano diversi gruppi di cellule che esprimevano Ace2 in modo simile a quello visto nel tessuto nativo e quindi hanno continuato a infettarli con il virus cinese.
Ottenuti mini-reni infetti, hanno applicato diverse terapie e concluso che hrsACE2, un farmaco che ha già superato studi clinici di fase 1 (in volontari sani) e fase 2 (in pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto), inibisce le infezioni da nuovo coronavirus e riduce la loro carica virale. "Questi risultati identificano un trattamento promettente in grado di fermare l'infezione del nuovo coronavirus nelle prime fasi", ha sottolineato Montserrat.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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