Texas, il killer aveva fratturato il cranio del figliastro

Passano le ore ed emergono nuovi dettagli sempre più inquietanti sul killer texano Devin Patrick Kelley, che ha ucciso 26 persone domenica a Sutherland Springs, aprendo il fuoco in una chiesa battista.

Kelley non era autorizzato ad acqusitare armi a causa di una condanna per violenze in famiglia, ma il divieto non era mai stato davvero applicato perché l'aviazione americana si era dimenticata di trasmettere la comunicazione. Il 26enne aveva infatti fratturato il cranio di un bambino piccolo, suo figliastro, e tentato di strozzare la moglie. Sono questi i gravi maltrattamenti in famiglia per i Kelley era stato cacciato dall'aviazione militare e aveva scontato un anno di reclusione. Lo scrive oggi il New York Times, descrivendo il passato violento del 26enne.

I precedenti: maltrattamenti e stupro

Nel 2012, quando era in servizio nella base aerea di Holloman, in New Mexico, Kelley fu deferito alla corte marziale perchè aveva ripetutamente picchiato, preso a calci e cercato di strozzare la moglie Tessa e fratturato il cranio del figlioletto della donna "con una forza tale da poter portare alla morte o lesioni gravi". Terminato il periodo di reclusione, Kelley, che intanto era stato lasciato dalla prima moglie, fu indagato due volte per abusi contro le donne.

Nel 2013 vi fu una denuncia per stupro, poi ritirata, e un altra per abusi, che fu archiviata come un malinteso. Nel 2014, Kelley sposò Danielle Shields e la coppia andò a vivere in Colorado. Ma quell'estate l'uomo fu condannato con la condizionale per maltrattamenti sugli animali: aveva picchiato ripetutamente sulla testa un cucciolo che teneva legato sotto il sole, senza nemmeno una ciotola d'acqua. Incapace di mantenere a lungo un lavoro, Kelley scriveva sul suo profilo Linkedin che era stato insegnate di catechismo.

Ma negli ultimi tempi aveva sviluppato un'avversione per la religione, tanto che molti avevano rotto l'amicizia con lui su Facebook per gli aggressivi post anti cristiani.