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Tutti con il comico anti Erdogan. ​Una risata seppellisce la Merkel

Processo a Böhmermann: due tedeschi su tre bocciano la resa della cancelliera

Tutti con il comico anti Erdogan. ​Una risata seppellisce la Merkel

Berlino - Non è piaciuta ai tedeschi la decisione di Angela Merkel di autorizzare il procedimento penale intentato dal presidente turco Erdogan contro il comico Jan Böhmermann. Ben due tedeschi su tre (il 65% secondo un sondaggio commissionato dalla Bild am Sonntag) non condividono la scelta della cancelleria: a favore solo il 22% degli intervistati. A fine marzo il comico trentacinquenne ha castigato i modi autoritari del «sultano» insultandolo provocatoriamente in tv e questi l'ha denunciato ai sensi dell'articolo 103 del codice penale tedesco che tutela l'onorabilità dei capi di Stato stranieri. Utilizzato l'ultima volta nel 1964 dallo scià di Persia, l'articolo prevede anche che sia il governo a stabilire se ci gli estremi per il processo penale sussistono. Merkel ha imposto il suo sì giocandosi il consenso popolare che aveva faticosamente riguadagnato dopo il tracollo degli scorsi mesi. Allora era stata l'accoglienza fornita a oltre un milione di profughi mediorientali a incrinare una luna di miele con gli elettori: oggi è la sua arrendevolezza con Erdogan a irritarli. Giorni addietro, dopo la messa in onda su un canale tv tedesco di una canzone derisoria, il leader islamico aveva convocato l'ambasciatore tedesco per una tirata d'orecchi. Fra l'emergenza-profughi e le intemperanze del sultano, il rapporto con l'Islam è tornato al centro del dibattito politico. Due le proposte che hanno fatto discutere. Da un lato quella di Andreas Scheuer, segretario dei cristiano-sociali bavaresi. Nell'ottica dello sviluppo di un Islam nazionale, il politico ha proposto il divieto per le moschee, centri culturali e asili islamici di ricevere finanziamenti dall'estero leggi Turchia, Arabia Saudita o Qatar, sempre generosi con i Fratelli musulmani o i gruppi salafiti. No dunque all'importazione dell'Islam radicale. Scheuer ha anche chiesto che gli imam intenzionati a lavorare in Germania studino nella Repubblica federale «e condividano i nostri valori». Diverso l'approccio di Alternative für Deutschland, il partito anti-immigrati sull'onda dopo la vittoria a valanga in tre Länder lo scorso 13 marzo. La Frankfurter Allgemeine ha anticipato i contenuti di una mozione anti-islamica che la numero due di AfD, Beatrix von Storch, si appresta a portare al congresso del partito fra due settimane. Secondo von Storch l'Islam «è un credo politico incompatibile con la Costituzione tedesca». Con lei il leader anziando di AfD, Alexander Gauland, secondo cui «a differenza del cristianesimo, l'Islam è sempre legato alla presa del potere». La soluzione? Mettere fuorilegge i simboli del credo islamico. «Siamo per un divieto delle moschee, dei minareti e del velo integrale», ha affermato von Storch.

Attirandosi le critiche delle associazioni islamiche tedesche, la numero due di AfD ha spiegato che «in Germania ci sono molti musulmani, ma l'Islam non appartiene alla Germania».

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