Saranno solo coincidenze, ma i funzionari italiani che hanno posti di potere a Bruxelles sembrano i dieci piccoli indiani: cadono uno a uno come nel giallo di Agata Christie. Il tutto nel silenzio dell'Italia, o meglio nell'incapacità politica di difendere la propria quota di presenza nelle istituzioni europee. Dopo il clamore suscitato dal caso di Carlo Zadra, l'esperto giuridico, unico italiano nel gabinetto del presidente della Commissione Ue, sarebbe stato messo all'angolo dal capo del team di Jean-Claude Juncker, Martin Selmayr, da tutti definito uno degli uomini più potenti di dell'euroburocrazia di Bruxelles. Sta di fatto che Zadra all'inizio di gennaio è mollato e, nonostante le proteste di Renzi, non è sostituito con un altro italiano. A ottobre 2014 era toccato a Paola Testori Coggi, una veterana della Commissione europea che occupava il posto di direttrice generale alla Salute e Consumatori. Fuori, senza troppe spiegazioni.
Ora potrebbe essere la volta di Giovanni Kessler, magistrato italiano che ha uno degli incarichi più importanti: è il capo dell'Olaf, l'autorità antifrode che vigila sull'utilizzo dei fondi europei. Kessler è stato accusato dalla giustizia belga di aver suggerito a un testimone, durante un'indagine, di registrare una conversazione con John Dalli, ex commissario ai tempi in cui al posto di Juncker c'era Josè Manuel Barroso. L'inchiesta portò alle dimissioni di Dalli, ma per la giustizia belga, a differenza di quel che accade in tanti altri Paesi europei, registrare la telefonata è illegale. Il capo dell'Olaf, proprio per il suo ruolo delicato, gode di un'immunità dalla giustizia belga ma la Commissione avrebbe deciso di revocare il privilegio dandolo in pasto ai magistrati locali. E il mandante è chiaro: ancora Berlino, visto che a chiedere la testa del trentino Kessler in modo esplicito è stata un'europarlamentare tedesca, Inge Graessle della Cdu, cioè il partito di Angela Merkel.
Kessler sembra intenzionato a lottare, il suo ufficio ha denunciato che togliere l'immunità, fatto senza precedenti per casi in cui l'azione dell'Olaf è stata comunque in difesa degli interessi europei, sarebbe un grave vulnus all'indipendenza dell'ente.
E che avrebbe sottoposto il conflitto tra poteri alla Corte europea. Ma dall'Italia sarebbe arrivata a malapena una richiesta di informazioni di Palazzo Chigi. Un po' poco viste le dichiarazioni battagliere di Renzi contro le politiche di Bruxelles.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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