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Varoufakis e il piano "b" per uscire dall'euro

In un audio pubblicato dall'Official Monetary ad Financial Institutions Forum rivela un retroscena sulla crisi greca

Varoufakis e il piano "b" per uscire dall'euro

"Era tutto pronto per il ritorno alla dracma". L'ex ministro del Tesoro greco, Yanis Varoufakis, in un audio pubblicato dall'Official Monetary ad Financial Institutions Forum (OMFIF) rivela un retroscena sulla crisi greca. "Il primo ministro, prima
che vincessimo le elezioni, mi aveva dato l’ok per formulare un piano B. Io ho messo in piedi un piccolo team che avrebbe dovuto lavorare sottotraccia per ovvie ragioni, ha affermato l’ex ministro Varoufakis. Insomma ad Atene era tutto pronto per mettere in atto il "piano segreto per gestire il passaggio a una nuova valuta in caso di fallimento dei negoziati con Bruxelles". A capo dello staff che avrebbe dovuto guidare A capo del gruppo l’economista Usa James Galbraith.

"Ci stavamo preparando su diversi fronti", dice Varoufakis. Poi spiega meglio il piano "b" di Atene: "Prendiamo il caso dei primi momenti in cui le banche sono chiuse, i bancomat non funzionano e ci deve essere un qualche sistema di pagamento parallelo per permettere all’economia di stare in piedi per un pò e per dare alla gente la sensazione che lo Stato abbia tutto sotto controllo e che ci sia un piano. In questo frangente il team coordinato dall’economista Usa Galbraith aveva ideato un sistema di pagamento ombra basato sul sito dell’agenzia delle entrate greco che avrebbe permesso, attraverso un pin fornito a chi doveva del denaro, fosse lo Stato o soggetti privati, di trasferire la somma in questione in un "formato digitale" e nominalmente in euro. "Questo sistema era ben sviluppato e avrebbe fatto una gran differenza", dice ancora Varoufakis.

"Avremmo potuto estendere il sistema agli smartphone con un’app e sarebbe potuto diventare un funzionale meccanismo finanziario parallelo: al momento opportuno sarebbe stato convertito nella nuova dracma". Varoufakis, nella conversazione telefonica, dice anche che la crisi greca "non è affatto finita e che la difficoltà di tradurre in realtà il piano stava nel passare dalle cinque persone che lo stavano immaginando alle 1000 che avrebbero dovuto realizzarlo". Infine un'inquietante retroscena: "Berlino itiene che la zona euro non sia sostenibile perché ritiene ci deve essere un certo grado di unione politica e fiscale. Il governo francese è terrorizzato, perché sa che se non asseconda le richieste di Berlino, il governo cadrà.

Mi ha detto esplicitamente che una Grexit sarebbe utile a terrorizzare gli altri membri ed imporre ai francesi ciò che Parigi ha resistito: un trasferimento di poteri di bilancio da Parigi a Bruxelles".

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