Vecchi carri armati sovietici dalla Repubblica Ceca all'Ucraina

Come rivela il Wall Street Journal, che cita tre funzionari cechi e slovacchi, la Repubblica Ceca ha mandato al governo di Kiev vecchi carri armati dell'era sovietica

Vecchi carri armati sovietici dalla Repubblica Ceca all'Ucraina

Dopo le continue richieste di armamenti necessari a fronteggiare l'aggressione russa, a Kiev cominciano ad arrivare le risposte. Dall'Occidente ma non solo. Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, che cita tre funzionari cechi e slovacchi, la Repubblica Ceca ha inviato dei vecchi carri armati in Ucraina. La notizia è di un certo rilievo perché è la prima volta, dall'invasione russa dello scorso 24 febbraio, che un Paese straniero manda dei tank a Kiev.

Pur essendo datati i carri armati rappresentano pur sempre un contributo importante sul piano militare, tenuto anche conto che, dalle immagini che abbiamo visto in queste ultime settimane, i tank russi impegnati sul territorio ucraino non sono tutti appena usciti dalle fabbriche.

Altra novità importante da registrare: sia la Repubblica Ceca che la Slovacchia stanno riflettendo sulla possibilità di aprire le loro officine militari per riparare le attrezzature militari ucraine danneggiate. Potrebbe essere un aiuto importante, tenuto anche conto del fatto che, secondo quanto riporta il blog di intelligence Oryx, l’Ucraina ha sottratto ai russi ben 176 carri armati,116 veicoli corazzati da combattimento, 149 veicoli da combattimento di fanteria, 23 lanciarazzi multipli e 45 veicoli corazzati. La maggior parte di questi mezzi, però, necessità di una riparazione.

La Polonia compra 250 carri armati dagli Usa

Novità anche da Varsavia. Il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak ha firmato un ordine di 250 carri armati americani Abrams, per una somma di 4,74 miliardi di dollari (4,32 miliardi di euro). L'acquisto era stato definito l'anno scorso.

Il ministro ha detto che i carri armati - i primi 28 saranno consegnati alla Polonia quest’anno - saranno mandati a est del fiume più lungo della Polonia, la Vistola, allo scopo di "dissuadere potenziali aggressori". È un chiaro riferimento a quanto accaduto all'Ucraina. Tutto il materiale dovrebbe essere consegnato entro il 2026.

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