"I compromessi si possono fare". Spunta il vertice decisivo

Kiev apre alla possibilità di un compromesso. Da Mosca arrivano segnali di una volontà di giungere a un accordo. Ora la speranza è riposta nel vertice in Turchia tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina

"I compromessi si possono fare". Spunta il vertice decisivo

La possibilità di un compromesso tra Russia e Ucraina inizia a essere più concreta. La guerra prosegue così come i vari assedi che le forze russe stanno realizzando su più fronti. Ma l'impressione è che da parte di Kiev così come da parte di Mosca ci sia la necessità di iniziare a negoziare sul serio. Il terzo round di colloqui in Bielorussia non ha dato i risultati sperati, ma forse proprio quel nuovo fallimento potrebbe avere attivato discorsi più realistici e l'intenzione di trovare una quadra. L'Ucraina resiste strenuamente, ma con la terribile certezza di non poter farlo ancora troppo a lungo. Kiev è ormai quasi interamente circondata, mancano mezzi aerei, e quella in corso è una catastrofe umanitaria ancora non quantificabile. La Russia, d'altro canto, è consapevole che una guerra logorante può produrre effetti devastanti sulle forze armate, sull'opinione pubblica e sull'economia del Paese, già soffocata dalle sanzioni internazionali.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva mostrato alcuni spiragli sul negoziato già nelle ultime 48 ore. Rispetto alle prime uscite dopo l'aggressione, in cui sembrava orientato sull'intransigenza anche per provocare la reazione dell'Occidente, ora Zelensky ribadisce di essere pronto a trattare ."Il mio obiettivo è porre fine alla guerra, e sono anche pronto a fare alcuni passi. Si possono fare dei compromessi, ma non devono essere un tradimento del mio Paese. Anche l'altra parte deve essere disposta a scendere a compromessi, è l'unico modo per uscire da questa situazione", ha detto il leader ucraino alla tedesca Bild. E ha rilanciato la proposta di un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, "solo dopo colloqui diretti" tra loro due "possiamo mettere fine a questa guerra".

Le richieste del Cremlino sono sempre le stesse. La "denazificazione" dell'Ucraina, come ripetuto da Putin e dal suo staff, la neutralità per Costituzione, il riconoscimento della Crimea come parte della Federazione Russa e dell'indipendenza delle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Richieste molto rigide su cui per ora Mosca è apparsa intransigente. Ihor Zhovkva, vice capo dello staff di Zelensky, ha detto in queste ore che il governo era disposto a parlare della neutralità dell'Ucraina ma senza cedere territori. "La nostra prima condizione per avere un simile negoziato - ha premesso il consigliere del presidente - è l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe".

Gli occhi ora sono tutti puntati su Antalya, in Turchia, dove si incontreranno il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e l'omologo ucraino Dmytro Kuleba.

È il primo incontro dei due ministri dopo l'inizio di quella che Putin ha definito "operazione militare speciale" in Ucraina. La speranza è che il forum ospitato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan possa essere un momento di svolta per far tacere le armi.

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