A sostenerlo, in una dichiarazione, il consigliere comunale di Forza Italia di Montalto, Consolata Piras: «Qui siamo davanti a un caso emblematico di conflitto d’interessi - spiega Piras -. Al di là dello sperpero di denaro pubblico e degli interrogativi di natura etica che il caso suscita, è incredibile come uno dei beneficiari dei fondi comunali avrebbe anche legami di parentela con il sindaco Carai». Secondo Piras, a cui si aggiungono in una nota i consiglieri Marco La Monica e Sergio Caci (Fi), «siamo dinanzi all’ennesima leggerezza del sindaco.
Già in campagna elettorale Carai aveva pubblicamente preso le difese degli accusati, con dichiarazioni francamente inopportune». Secondo i consiglieri è quantomeno discutibile il «sostituirsi agli organi giudicanti in un giudizio preconcetto» e, fatta salva la presunzione di innocenza per gli indagati, «chiediamo l’intervento della Corte dei Conti e le immediate dimissioni del sindaco». Secondo i consiglieri, a seguito delle indiscrezioni sulla presunta parentela (sulla quale ci sarebbero altri riscontri), il giovane indicato come nipote del sindaco avrebbe rinunciato ai fondi già stanziati.
Il primo cittadino, interpellato sulla grave accusa di finanziare le spese legali di un proprio parente, ha preferito non entrare nel merito: «Si dicono molte cose a Montalto...» si è limitato a commentare dopo aver detto che la stampa avrebbe riportato la notizia in «maniera distorta». Sulla questione dell’aiuto ai giovani accusati, Carai ha spiegato: «Qualche famiglia mi ha fatto presente di non essere in grado di sostenere le spese legali e, al contempo, di non fidarsi della difesa d’ufficio. Io ho ritenuto che aiutarli in tal senso rientrasse nel sostegno richiestomi dal Tribunale dei minori e ho agito di conseguenza».
Cosa ne pensa di tutto ciò la minorenne di Tarquinia, unica
vittima fino a questo momento della vicenda? Non ha nascosto la sua amarezza, in quanto considera «la decisione del comune di Montalto di Castro una presa di posizione contro di me». Quasi a dire: oltre il danno, la beffa. Non sono mancati gli interventi del mondo politico sulla vicenda. «Sono esterrefatta ed esprimo la mia solidarietà alla giovane ragazza», ha commentato il ministro per le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini. L’esponente del governo dichiara come «da garantista so che una eventuale pena dovrà avere come scopo il recupero dei colpevoli». «Tra questo e quanto avvenuto - continua Pollastrini - c’è di mezzo qualcosa di incomprensibile e per me inammissibile. Semmai il sindaco avrebbe dovuto impegnarsi a stanziare una somma per diffondere la cultura del rispetto delle donne». Condanna all’operato del sindaco è arrivata da Isabella Rauti, consigliera nazionale di parità: «Le motivazioni del sindaco, che ha parlato di prestiti e di successive riabilitazioni per i presunti colpevoli, costituiscono un precedente gravissimo che ogni istituzione dovrebbe stigmatizzare e condannare». Anche per Vittoria Franco, responsabile nazionale delle donne Ds, «è grave che l’amministrazione non abbia pensato a quella che tutt’oggi è l’unica presunta vittima di questa vicenda, ovvero la ragazza, alla quale va la mia solidarietà». Sulla vicenda, infine, ha presentato ieri un’interrogazione al ministro Amato il senatore Giulio Marini di Forza Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.