Montecassino, come fosse oggi

Il 15 febbraio 1944 cinquecento tonnellate di bombe dirompenti e incendiarie scaricate da 135 bombardieri B-17 seguiti da 90 Mitchell e Marauder, distrussero l’Abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto nel 529 dopo Cristo. Non era il primo attacco. La prima battaglia di Cassino si era svolta fra il 20 e il 31 gennaio, in concomitanza con lo sbarco anglo-americano di Anzio, e riprese fra il 15 e il 18 febbraio. Il 15 marzo, dopo nuovi furiosi bombardamenti, le truppe neozelandesi occuparono la città di Cassino, mentre le forze tedesche resistevano fra le macerie dell’Abbazia. Gli attacchi ripresero l’11 maggio, il 18 maggio la linea tedesca venne travolta. La via per Roma era aperta. Come far rivivere oggi la realtà emotiva di quei giorni tremendi ormai consegnati agli aridi resoconti dei libri di storia militare? Le cifre e le fotografie, le linee tratteggiate che rappresentano gli opposti schieramenti spiegano ben poco. L’Historiale di Cassino (via San Marco 23, Cassino), museo vivo e polimediale ideato e realizzato dall’Officina di Carlo Rambaldi (sì, quello dei tre premi Oscar per gli effetti speciali di E.T., Alien e King Kong) e dall’architetto-scenografo Emmanuel Bourgeois, si propone invece di far rivivere le vicende utilizzando modalità espressive diverse, mutuate dal cinema, dalle arti visive, dal video, dal linguaggio musicale. Ne è nato un percorso di intensa e drammatica suggestione, suddiviso in tredici sale, dove rivivono gli scoppi, il terrore, la morte.

Non solo lo scontro militare ma la devastazione civile e morale: la gente senza casa, il dramma negato delle 700 donne violentate fra il 15 e il 17 maggio, l’esodo di chi nell’inferno di Cassino aveva perduto tutto. E infine la faticosa rinascita e la ricostruzione dell’Abbazia, simbolo di una testarda fede nella civiltà.

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