da Milano
La class action? «Un provvedimento allamatriciana». Ossia, secondo Luca Cordero di Montezemolo, fatto male, con buona pace dei ristoratori trasteverini (che peraltro hanno immediatamente protestato). Il presidente di Confindustria non cambia una virgola del giudizio negativo, già espresso subito dopo lapprovazione in Senato della norma sullazione collettiva: «Un provvedimento sbagliato, rozzo, che creerà grandissimi e ulteriori problemi alle imprese e ai lavoratori». Quanto alle ipotesi di modifiche alla norma, sostenute dalla stessa maggioranza, Montezemolo si è limitato a rispondere: «È come se io presentassi la 500 dicendo che è buonissima, ma va modificata».
Il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, invece, insiste nel suo tentativo di mediazione con gli imprenditori, spiegando che la norma può essere perfezionata per meglio stabilire chi abbia diritto ad attivare la procedura e di quando ne abbia diritto, introducendo una valutazione preventiva da parte di un magistrato per verificare la titolarità di chi promuove la procedura e per stabilire che la causa non abbia presupposti palesemente infondati e temerari. In ogni caso «anche la Bulgaria ha qualche norma in proposito. Non vedo perché lItalia non possa essere dentro a questo meccanismo», sostiene il ministro.
I consumatori, comunque, sono divisi: se per Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, la class action è «un passaggio storico per il consumerismo in questo Paese», per lAduc non è altro che «una bufala. I cittadini che volessero costituirsi in associazione per la tutela dei loro diritti non potrebbero farlo. Per esempio i danneggiati Parmalat non potrebbero ricorrere in quanto tali, anche con una loro associazione», afferma il segretario Primo Mastrantoni. Dal canto suo, il presidente dellAdusbef, Elio Lannutti, passa subito allazione: «Avvieremo immediatamente, una volta approvata la norma, le azioni di classe sui 450mila risparmiatori truffati dai bond argentini, ai quali le banche hanno appioppato quei titoli ben sapendo che lArgentina andava verso il disastro economico e il fallimento, scaricando i titoli che avevano nel loro portafoglio».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.