Moratti è già al derby «Siamo solo all’inizio ma il Milan mi fa paura»

Il presidente si gode Mourinho: «Ha ridato alla squadra, in poco tempo, risultati e gioco». Poi esclude una corsa a due con la Signora: «Con loro grande rivalità, ma pure la Roma è in ripresa»

da Milano

«Una squadra dalla fisicità incredibile, pur avendo indiscussi valori tecnici. Sanno ribaltare l’azione e coprire il campo, sono giocatori devastanti sulle palle inattive. E metteteci anche la nuova filosofia portata da Mourinho». Una ventina di ore dopo il fischio di Farina, l’allenatore del Toro ha curvato un po’. Interpellato da Radio anch’io lo sport, Gianni De Biasi non si è più chiesto se Maicon avesse veramente intenzione di metterla lì, e sul portoghese ha detto che è solo da ammirare: «Per lui parlano i risultati, ha vinto in Portogallo, in Inghilterra e all’Inter ha portato subito una Supercoppa».
Se iniziano gli elogi anche in Italia, dopo quelli europei di Ten Cate del Panathinaikos, l’Inter deve iniziare a preoccuparsi. Per tenere sveglio il gruppo ci vuole qualcuno che spari ad alzo zero, giusto per ristabilire quel disordine che l’ha governata in passato. Ma non è facile trovare un volontario, Mourinho a proposito delle sue 99 partite vinte consecutivamente in casa, l’ha trovato: «Prima o poi qualcuno mi batterà o riuscirà a pareggiare, e paradossalmente questo allenatore diventerà un eroe. I giornali non parleranno del mio record, ma di lui che lo ha fermato».
Mercoledì arriva il Lecce di Mario Beretta, milanese al cento per cento, uno che ha frequentato il Volta e prima di emigrare ha allenato al Centro Schuster, il Corsico, la Pro Patria, il Saronno, il Como, il Lumezzane, poi il Varese, piano piano si è allontanato da casa, potrebbe essere lui l’eroe che Mourinho detesta e sarebbe il male minore. In fondo a Josè dà più fastidio che attraverso lui gli altri guadagnino le prime pagine, Beretta è sicuramente fra quelli che più lo meriterebbero, oltretutto capiterebbe senza secondi fini.
Ma le probabilità che Beretta lo diventi sono prossime allo zero.
Si cerca un buco nero in questa squadra e trovarlo è difficilissimo anche per i più zelanti investigatori del settore. La squadra realizza in percentuale minima rispetto alle occasioni che crea? Risposta immediata, due pappine ad Atene e tre a Torino, secondo attacco del campionato e migliore differenza reti. Dopo la chiusura da parte dei book inglesi delle scommesse sul passaggio del turno nel girone di Champions, ecco che Ibrahimovic vede abbassarsi la sua quota di capocannoniere del campionato, da 7 a 5 nel giro di qualche ora dopo il terzo gol di domenica.
Ieri Moratti ha confessato che quando pensò a Mourinho, era convinto che avrebbe preso il miglior allenatore del mondo e ora se ne sta convincendo: «Ha ridato alla squadra, in pochissimo tempo, risultati e gioco». Il presidente ha anche detto che non crede che lo scudetto sarà una corsa con la Juventus: «Il Milan fa paura e la Roma si è ripresa. Siamo solamente all’inizio e dobbiamo ancora dimostrare quello che valiamo. Ma capisco che la rivalità fra noi e la Juventus prenda spazio soprattutto perché fa scrivere e discutere molto».
Qualcuno è tornato da Lo Monaco per trovare uno spunto. Niente, perfino l’Ad del Catania non ha dato soddisfazioni: «Per me quella con Mourinho è una storia chiusa».

Allora ecco Hernan Crespo, non gioca, sarà nero: «Mi chiedete perché non gioco e me lo chiedo anch’io, ma sono scelte dell’allenatore e vanno rispettate».
Gira così e oggi far cambiare il vento sembra quasi impossibile.

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