Moratti, mai detto che è stressato e neppure che lascia

Un attimo: Moratti non ha mai detto lascio, e neppure che è stressato. La precisazione è d'obbligo perché dalla lettura di alcuni quotidiani sembrerebbe proprio che sia così. No, non si tratta neppure di libera interpretazione, ma di manipolazione.
Ieri, presiedendo da invitato al Circolo filologico milanese di via Clerici, il presidente ha rammentato gli anni ruggenti del padre, di come è arrivato ad aprire le raffinerie prima in Sicilia e poi in Sardegna, del clima di quei giorni quando Milano non era ancora Milano, dell'Inter euromondiale costruita con uomini al top nel proprio ruolo. Parlando e entrando nei particolari, il presidente ha spiegato come suo padre avesse deciso di lasciare l'Inter in quanto intossicato dalla pressione che montava attorno al calcio e ha aggiunto: «Se è per questo, oggi ce n'è un milione di volte di più».
Testuale, presenti.
Ringraziamo il dottor Moratti per il piacevole pomeriggio, ma che oggi il calcio fosse più intossicato di allora non ci è parsa una novità. Che il dottor Moratti abbia detto di esserne altrettanto vittima ci sembra proprio che non l'abbia neppure accennato. Lo ha fatto capire? Ma chi è nel calcio, a qualsiasi livello, sa perfettamente di cosa si stia parlando, 24 ore su 24 alta tensione, momenti privati zero virgola, notizie che escono incontrollate e a volte incontrollabili. Detto questo magari Massimo Moratti decide fra mezz'ora che è tempo di passare la mano, questa aula di Napoli non aiuta, tutta la stagione in un mese scarso, neppure. Ma è la vita, anzi è il calcio.
Adesso che arrivi a poterti giocare Coppa Italia, Campionato, Champions ed eventualmente le finali di Supercoppa italiana ed Europea, più un mondiale per club, cosa fai, lasci?
E poi magari questa sera è al Franchi, lo ha detto lui ieri sera prima di salire in automobile e lasciare il circolo milanese.