Caro Granzotto, allora è così: Letizia Moratti avrebbe sicuramente vinto se non fosse scivolata sulla falsa accusa a Pisapia di aver rubato unauto in gioventù. Ma è mai possibile che un incidente del genere abbia non solo compromesso lelezione a sindaco di Milano ma persino messo in crisi tutto lo schieramento di destra?
- Milano
Non sono di questa opinione, caro Colantuoni. È consolante crederci (macchina elettorale perfetta, successo pieno in tuttItalia a portata di mano ed ecco che unuscita maldestra, una delle centomila sparacchiate là da ambo le parti, ha rovinato tutto), ma non credo proprio che gli elettori di area liberale siano così emotivamente e intellettualmente fragili. O così capricciosi. Cè dellaltro: analizzando i flussi elettorali, tracciando ascisse e coordinate, elaborando proiezioni matematiche e scorporando e ricomponendo una quantità di dati, gli esperti daranno una risposta scientifica al perché del disamore - che tutti ci auguriamo passeggero - di parte dellelettorato conservatore. A noi, tutto meno che scienziati, non resta che affidarsi, molto empiricamente, alla consuetudine con gli umori dellopinione pubblica. E per quel che mi riguarda penso ed anzi resto convinto che la causa di quel disamore risieda in una ingenuità: lesser caduti nella trappola della sinistra rispondendo al becerume urlato dellantiberlusconismo con altrettanta scomposta veemenza. E dunque andando a giocarsi la partita nel campo (minato) della sinistra. Che ha dimensioni, zolle e regole confacenti alla sguaiataggine dialettica, agli eccessi, alla carica di odio che suppliscono alla povertà di idee dei «sinceri democratici». Non al galantuomismo e meno che mai a quel decoro, quella sobrietà e serietà che resta limpronta storica e culturale della destra.
Fino a che non sè deciso di rintuzzarlo - colpo su colpo adottando il metodo Santoro, per intenderci - lantiberlusconismo ha portato voti erodendo il consenso della sinistra, caro Colantuoni, e questo è un dato di fatto che non vedo come possa essere smentito. È quando ci si è messi a contrastarlo ricorrendo le stesse armi dellavversario che ha cominciato a dare i frutti, il più succoso dei quali è stato colto proprio a Milano. Cè poi il nodo del personale politico, che tosto o tardi doveva venire al pettine. Diciamocelo francamente: nel folto dei (e delle, va da sé) bravi, capaci, efficienti e generosi politici e attivisti di area berlusconiana si confondono fior di cadreghisti e di dilettanti pasticcioni. Allignano personaggi per i quali la politica si traduce nella cura del proprio orticello di potere. Mossi più dallinteresse (e dalla vanità) che non dagli ideali, esattamente comera nella prima Repubblica.
Paolo Granzotto
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