Moratti tranquillizza i tifosi: «Lo scudetto? Resta a noi» Ma parla di quello del 2006

Milano«Vergognati Cannavaro», esortazione partita dalla curva nord durante il minuto di silenzio per le vittime del treno. Tristezza e magone, non c'è traccia bianconera, terzo anello, piccionaia. Insomma manca il contraddittorio, anche se lo scenario è chiaro, la Juventus è in lotta contro se stessa, l'Inter è in lotta contro se stessa. In ballo molto più di una partita di campionato, quelli della Juventus rivogliono lo scudetto, in second'ordine chiedono venga tolto all'Inter, sarebbe il quattordicesimo. Intanto hanno spalmato con lancio di uova l'albergo dove dormiva Del Piero e davanti alla Lega hanno fatto una terza richiesta ufficiale: ridateci i soldi dell'abbonamento. Sono in cerca di una identità, di questi tempi non è facile, c'è da capirli.
Ultimamente hanno iniziato a prendersela con Marco Fassone, definito spia e infame, in realtà responsabile marketing, uno che c’entra zero o quasi con la stagione del grande fallimento. Ma sarebbe lui il colpevole della curva juventina vuota a San Siro. Ma è solo una versione ufficiosa, pare invece che il suddetto spia e infame abbia avuto l'ardore di mettere in vendita una sciarpa dell'Inter nello shopping center della Juventus. Se per caso da quelle parti capita uno come Mario Balotelli, chissà i Viking cosa ne fanno.
La squadra comunque giovedì, all'arrivo a Milano, era talmente terrorizzata che durante la notte sembrava dovesse lasciare l'albergo per ragioni di sicurezza e destinazione ignota: con quel clima Cannavaro e gli altri non sarebbero riusciti a chiudere occhio. Poi l'ufficio stampa ha smentito: tranquilli, non saranno una quarantina di Viking a decidere per 14 milioni di tifosi della Juventus, ha aggiunto Jean-Claude Blanc, una dichiarazione incresciosa che ha ottenuto il risultato di avvicinarlo ancor più alla sua amata curva: «Ma stiamo molto attenti agli sviluppi del processo di Napoli», ha fatto sapere. Attenti significa che gira voce della richiesta che starebbe per partire dal club verso la Figc: non assegnare lo scudetto del 2006 a nessuno. Siamo nel campo delle ipotesi, insomma, qualcosa da far sapere e basta.
Anche Gianfelice Facchetti ha fatto sapere cosa gli avrebbe risposto suo padre dopo aver azzardato che restituire lo scudetto sarebbe stata una mossa vincente: «Mi avrebbe detto che era una gran... stupidata». Pochi minuti prima dell'inizio Massimo Moratti aveva ribadito il concetto: «Non ho proprio paura di perdere lo scudetto del 2006». Ormai è una lotta di posizione, non si arretra, oltretutto a Napoli l'accusa viaggia alla grande e per Moggi si mette male: un conto è conversare al telefono, un altro stipulare accordi illeciti, ha fatto sapere la procura.
Gira male per la Juve, succede, ma ne uscirà, sicuro. Intanto però anche Manuel García Quillon si è messo per traverso. L'agente di Rafa Benitez ha smentito qualsiasi incontro con Jean-Claude Blanc: «Ci siamo incontrati ma solo per parlare di giocatori». Bugia. Ma nessuno poteva immaginare una dichiarazione diversa, il Liverpool c'è ancora.
E se la Juve fa a pugni con la sua ombra, ieri sera l'Inter non è riuscita a fare molto di meglio con se stessa. Contro una squadra in dieci ha faticato. La stessa squadra che ridotta in nove vince e stravince. La differenza all'inizio sembrava quasi sfacciata, fuori Sissoko per doppio giallo, Alberto Zaccheroni ha tolto Alex Del Piero, la mossa del novanta per cento degli allenatori. Non di José Mourinho che però non è riuscito a farla girare dalla sua parte. Con tutto questo movimento dietro le quinte, il risultato altro non era che una stupida appendice. Lasciarlo a metà però non serviva a nessuno, la Roma, il prestigio, arriva il Barcellona.

C'ha pensato Douglas Maicon, mai visto litigare con qualche avversario ma perennemente in lotta con se stesso, insomma il simbolo ideale di questo derby d'Italia, campione speciale, boss della fascia, esterno destro di Dio.

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