Certo, a stare a guardare il capello, magari si può rimproverargli ancora il fatto di aver resistito fino alla fine del convegno con lintervento di Mario Margini convinto che Genova sia una città ben amministrata. E, invece, complice lagenda strapiena, di aver dovuto scappare anzitempo dal dibattito con Vincenzo Tagliasco, che volava alto, arrivando molto più vicino a Vilfredo Pareto che a Marta Vincenzi, come è successo a Margini, suo malgrado.
Certo, magari si può dirgli di andare cauto con i comitati, alcuni dei quali sono cosa buona e giusta e fanno battaglie nobilissime che la politica non fa più. Mentre altri sono solo strumenti politici per portar voti al centrosinistra, facendo finta di fare opposizione al centrosinistra.
Ma, al di là di queste sfumature, Enrico Musso si è dato una mossa. Anzi, la mossa. Lo scarto decisivo che serviva a far partire la sua campagna elettorale e che lha portato ad essere soggetto della campagna elettorale da complemento oggetto che era. Per ora, lo fa senza i partiti del centrodestra. Ma non è detto che sia un male. Anzi.
Basta guardarlo, in giro per Genova. Credetemi: per poterlo vedere meglio, un giorno mi sono piazzato alle sue spalle, senza farmene accorgere e seguendolo passo passo. Bellissima storia. Se prima Musso passava con la sua bici elettrica e il suo zaino in spalla velocissimo, attraversando centro e periferie senza ostacolo alcuno, ora non riesce a fare un passo senza che lo fermino, senza che gli chiedano un parere su un problema della città, senza che gli offrano un appoggio, senza che gli dicano che il voto della suocera è sicuro. Ed è qualcosa di spiazzante. Perchè persino i paladini di Marta Vincenzi e coloro che la portano in giro come una vergine in processione, non riescono a dire niente di negativo a Musso. Non lo voteranno, ma lo rispettano. Dovrebbe essere la normalità. Ma per Genova non è normale.
Lui - seguendo in parte anche i consigli dei nostri lettori che gli abbiamo girato, anche pungolandolo e criticandolo - si sta muovendo molto bene. Va ai convegni alti, anche a quelli da quaranta persone, e fa le marce con i leghisti per chiedere sicurezza nei vicoli; fa il viceGabibbo con Pericu che inaugura i filobus e arringa i piccoli artigiani esasperati di Fabio Costa a Sampierdarena; parla ai precari di Ballarò e gira per i caruggi per sentire dalla viva voce dei prigionieri in casa loro la denuncia dellinvivibilità e si siede fra il pubblico della circoscrizione prendendo appunti con il suo computer portatile. Poi rimette lo zaino in spalla e riparte verso un nuovo appuntamento.
Ce ne accorgiamo anche in redazione.
Il centrodestra ha un candidato che può vincere. Che non è favorito, che non è detto che vinca, ma che può vincere. Per Genova, è già una rivoluzione.
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