La MotoGp cambia ancora. Per fermare il dominio Rossi

Signori si cambia, per la terza volta negli ultimi sette anni. Dopo il passaggio dalle 500 2 tempi alle 1000 4 tempi, dopo la riduzione della cilindrata a 800 cc, quella di oggi sarà l'ultima gara con due costruttori di pneumatici, perché dalla prossima stagione in MotoGp ci sarà il monogomma, come già in F1, nei rally e in Sbk. Una rivoluzione meno radicale delle precedenti, ma pur sempre una novità che potrebbe cambiare gli equilibri, dare nuove possibilità a chi fino a oggi ha faticato e mettere in difficoltà chi invece ha dominato. Come Valentino Rossi che infatti, non a caso, sottolinea: «Per me la situazione ideale era quella di quest'anno, perché avevo le gomme giuste e un tecnico della Bridgestone a mia completa disposizione, mentre nel 2009 lo dovrò condividere con altri piloti». Niente di sconvolgente, per carità, ma è chiaro che così Valentino perderà il vantaggio di un rapporto esclusivo, la possibilità, soprattutto in situazioni estreme, di optare per una scelta magari controcorrente per annullare, o comunque ridurre, i problemi su una particolare pista. E così viene in mente quando nello sci, negli Anni Ottanta, vennero stravolti i regolamenti, modificati i materiali, rivisti i punteggi per contenere in qualche modo lo strapotere di Ingemar Stenmark, che nessuno riuscivo a battere in pista. Nelle moto, per la verità, è un po' differente e se si è arrivati all'ultimo cambio regolamentare è anche per colpa dello stesso Rossi, che dopo aver voluto a tutti i costi alla fine del 2007 le Bridgestone, ha quest'anno confermato che le gomme giapponesi sono effettivamente migliori delle Michelin. Come peraltro aveva già fatto Casey Stoner nella passata stagione. Valentino però, rimane l'unico pilota in grado di resistere ai cambiamenti, l'unico che, al di là dell'età e dei successi, è capace ogni volta di rimettersi in discussione, di ricominciare da capo e sopperire con la classe a ogni novità. Come è successo quest'anno, dopo due stagioni difficili con le moto da 800 cc, introdotte nel 2006 ufficialmente per ridurre le prestazioni. I 200 centimetri cubi in meno, per un totale di una trentina di cavalli e, soprattutto, lo sviluppo esponenziale dei controlli di trazione ha appiattito i valori, favorendo i giovani piloti e castigando quelli delle vecchie generazioni, come Rossi, abituati a domare la moto con il polso destro e non con il silicio di una centralina elettronica. Alcuni piloti, come Loris Capirossi o Marco Melandri, vincenti in passato, non sono riusciti ad adattarsi e ancora oggi faticano al di là delle difficoltà delle loro moto, e lo stesso Valentino ci ha messo un po' a capire come fare perché il talento avesse ragione della tecnologia. Dopo due anni difficili, dopo l'eclatante sconfitta subita nel 2007 da Stoner, il campione di Tavullia è tornato fenomenale, ma appena conquistato l'ottavo mondiale, sesto nella classe regina, ecco l'ennesimo cambiamento. Saprà adattarsi anche in questa occasione? Certamente. Anzi, sulla carta potrebbe anche essere avvantaggiato, perché spariranno le gomme da tempo, mai troppo gradite a Rossi e, soprattutto, con pneumatici sicuramente meno efficaci degli attuali, il pilota potrà fare maggiormente la differenza.

Ma prima che lunedì inizino ufficialmente i test del 2009, c'è la pratica Valencia da sbrigare: un GP che, come al solito, si annuncia ostico per il campione, che partirà dalla quarta fila con il decimo tempo, mentre Stoner scatterà dalla pole. «Questa volta, sarà già tanto salire sul podio», la previsione di Rossi.

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