«L’interesse di Lele Mora nei miei confronti era di carattere sessuale. Mi prometteva contratti, lavoro, in cambio voleva che con cadenza settimanale, in pratica ogni martedì sera, andassi a dormire a casa sua. Così ho frequentato la sua abitazione per 7/8 mesi a Milano, in viale Monza 9. Arrivavo a casa verso le 19 -19.30. Seppur avessi la mia stanza, Lele voleva che dormissimo insieme, voleva carezze, baci, palparmi il sedere, toccarmi i capelli...». Inizia così la querela per molestie sessuali contro Lele Mora che ieri mattina Alessandro Capone, uno dei volti del «Grande Fratello 5», il muratore toscano, fisico palestrato, lunghi capelli lisci, ha denunciato ai carabinieri di Lucca, città dove il giovane risiede con la fidanzata.
La denuncia apre un fronte investigativo completamente inedito nelle indagini che tra Milano e Potenza sono in corso su Fabrizio Corona e Mora, titolare della Lm Management. È la prima volta infatti che si ipotizza il reato di molestie sessuali con una denuncia presentata direttamente dalla stessa vittima. A questo punto il documento dovrebbe essere trasmesso alla procura di Milano, competente per territorio visto che i reati denunciati da Capone sarebbe stati commessi nel capoluogo lombardo tra il 2005 e il 2006. Nega Mora: «Capone veniva a casa mia ma dormiva nella camera degli ospiti - replica -, nessuna molestia. E poi siamo maggiorenni e vaccinati... lui poi dormiva con Patty Lago (altra concorrente del GF). Qui siamo impazziti! Ormai diamo via di testa!». In un paio di pagine, il giovane ricostruisce così il rapporto con il potente impresario. Dice di aver conosciuto Mora direttamente a Cinecittà nel dicembre del 2004 proprio in concomitanza con l’edizione del Grande Fratello. Ricorda che Mora si materializzò negli studi chiedendo espressamente di lui. «Voleva conoscermi di persona - sostiene Capone -. Mi disse che era interessato a me, che aveva grandi progetti, che aveva già pronte 60 serate». Capone però non è molto convinto. Si informa in giro. «Alcuni me ne parlavano bene, altri male. C’erano pareri contrastanti. Allora lo ringraziai ma gli dissi che preferivo non lavorare con lui. Scelsi come manager la Ep di Enrico Pinocci. (...)».
Ma si tratta solo di un arrivederci. Passa qualche settimana e i due si rincontrano nell’ufficio di Mora. «Durante la conversazione Lele accettò le mie scuse e di fronte a me alzò il telefono e chiamò Maurizio al quale chiese se poteva reinserirmi nella trasmissione...Dopo andai a «Buona domenica» per due mesi. Poi venni escluso perché dicevano che eravamo in troppi». Nella querela Capone sottolinea anche che «rispetto alle 60 serate promesse ne feci solo dieci con compensi complessivi di 4/5 mila euro». Insomma, una situazione instabile, che non si sblocca. Tanto che spesso, sempre secondo Capone, nascono incomprensioni come con dei clienti pubblicitari: «Mora mi faceva terra bruciata intorno». Tanto che il rapporto si incrina ma Mora prova a ricucire: «Mi diceva “Io ti sposo”; una volta quando andai da lui per un incontro chiarificatore mi strinse i genitali con passione e mi disse ”Amore mio a te ci penso io“». Dopo la rottura Capone dice che Mora gli «faceva terra bruciata intorno». E indica come esempio un’intervista al quotidiano sportivo Dieci che sarebbe sfumata allorquando la giornalista venne a sapere dei diverbi tra i due.
Un inciso: Capone fa confusione e sostiene erroneamente che la giornalista sia de il Giornale quando Dieci viene in realtà solo venduto in abbinata in tre regioni e in altre zone con il Corriere.gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it
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