«L’imprevedibile, scandaloso disimpegno da parte del Ministero ci ha preso alla sprovvista. La notizia del commissariamento ha provocato panico tra qualche dipendente». Viene subito al dunque il presidente del MAXXI Pio Baldi (nella foto): il buco da 11 milioni di euro (di cui hanno parlato venerdì i giornali) non c’è, il museo è sempre pieno, fattura alla grande e parla di «commissariamento tecnicamente ingiustificabile» (il nome che circola è quello dell’attuale Segretario Generale del Mibac Antonella Recchia) e di «disegno prestabilito». Già, un disegno. Ma stavolta Baldi non saprebbe con chi prendersela, perché i tagli denunciati sono un po’ del «vecchio» ministro Galan, un po’ del governo Monti. Si passa dai 7 milioni elargiti nel 2010 ai 2 del 2012. Baldi illustra le cifre. «Il disavanzo di 700mila euro dell’esercizio 2011, dovuto in parte ai tagli lineari effettuati in corso d’anno dal precedente governo, è stato coperto grazie all’attivo dei bilanci 2009 e 2010, pari a 2.384.278 euro. Questo significa buona gestione. Chi parla di una previsione di perdite di 11 milioni di euro nel triennio confonde deficit con fabbisogno futuro». In ballo ci sarebbero anche importanti accordi. «Stavamo chiudendo una partnership per 1,8 milioni di euro con la maison Fendi per diversi milioni di euro. Ora ci potrebbe essere un ripensamento». Il vicepresidente Grossi ha meno aplomb: annuncia le dimissioni. «Il Mibac ha effettuato un taglio del 75% dei suoi finanziamenti al Maxxi nell’arco di due anni. Il cda non ha potuto approvare il bilancio 2012 proprio per l’incertezza del finanziamento da parte del ministero, ecco il problema». Ministero che ribadisce: «L’avvio delle procedure di commissariamento non è un atto punitivo ma amministrativo, dovuto in assenza del bilancio preventivo 2012 e in presenza di un disavanzo accertato del bilancio 2011 che rischia di aggravarsi». Anche per l’ex ministro Galan - «non sorpreso dalla situazione del MAXXI» - il commissariamento non è penalizzante: «Da Ministro ho sollecitato la dirigenza del museo affinché presentasse un piano industriale. Avevo spiegato l’impossibilità di erogare altri fondi rispetto al preventivato e mi ero reso disponibile a trovare soluzioni, ma non ho avuto risposte». Dura anche la Uil che ribadisce la contrarietà al sistema delle fondazioni per il MAXXI e sottolinea come del problema di gestione del museo si sapesse da tempo.
«Tutti i piani industriali di queste fondazioni giocano sull’equivoco di fondo, ovvero che è lo Stato che conferisce i beni e paga personale e gestione. Ma se queste Fondazioni pagassero anche i l personale avrebbero i bilanci in passivo di milioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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