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Sanremo, le 10 canzoni "flop" che poi hanno avuto un grande successo

La lista delle canzoni sottovalutate al festival di Sanremo è piuttosto ricca: brani bocciati ma poi esplosi, anche a livello internazionale.

Sanremo, le 10 canzoni "flop" che poi hanno avuto un grande successo
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La storia del festival di Sanremo è punteggiata da canzoni sottovalutate, “bocciate” durante la kermesse ma poi entrati a fare parte della vita di tutti noi. Ci sono brani che avrebbero meritato la vittoria, pensiamo a “Signor tenente” di Giorgio Faletti nel 1994 e a “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese nel 1996. Oppure brani esclusi a dir poco ingiustamente dal podio finale della competizione: è il caso di “Nessuno tocchi Caino” di Enrigo Ruggeri e Andrea Mirò nel 2003, di “Per tutta la vita” di Noemi nel 2010 o di “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi nel 2019. E poi ci sono canzoni incredibilmente sottostimate nella settimana di Sanremo, per poi esplodere in Italia e a volte a livello internazionale.

“Ciao amore, ciao”, Luigi Tenco

“Ciao amore, ciao” è la canzone tristemente nota per il suicidio di Luigi Tenco, avvenuto il 27 gennaio 1967 a Sanremo, dopo l’esclusione dalla finale del festival di Sanremo. Il brano, tra amore e critica verso la società moderna, ha avuto un grande successo con il passare degli anni e oggi è considerato un punto di riferimento della musica italiana.

“Vita spericolata”, Vasco Rossi

Avere lo stesso successo di “Vita spericolata” è l’augurio degli artisti che si piazzano agli ultimi posti della classifica di Sanremo. Il brano di Vasco Rossi si classificò al penultimo posto nell’edizione del 1983, ma ottenne un incredibile boom a livello radiofonico, diventando un inno per migliaia di giovani. Ancora oggi.

“Almeno tu nell’universo”, Mia Martini

Solo il nono posto. Sì, solo il nono posto per una delle canzoni più belle della storia della musica italiana. “Almeno tu nell’universo” a Sanremo 1989 fu considerata inferiore alla dimenticabile “Ti lascerò” di Anna Oxa e Fausto Leali e alla ancor più dimenticabile “Le mamme” di Toto Cotugno. Unica magra soddisfazione per Mimì il Premio della critica.

“Con te partirò”, Andrea Bocelli

Niente podio per la canzone che ha reso celebre in tutto il mondo Andrea Bocelli. “Con te partirò” si fermò al quarto posto di Sanremo 1995, poco male per l’artista toscano: pochi mesi dopo entrò nel Guinness dei primati come primo cantante ad avere contemporaneamente tra album ai vertici della classifica statunitense.

“E dimmi che non vuoi morire”, Patty Pravo

Nell’anno della vittoria dei Jalisse con la contestatissima “Fiumi di parole”, Patty Pravo con un capolavoro come “E dimmi che non vuoi morire” finì ottava. Scritta da Vasco Rossi, è una delle canzoni più belle mai cantate dalla “Divina”, nonché tra le più straordinarie della musica italiana.

“Tutti i miei sbagli”, Subsonica

Solo un undicesimo posto a Sanremo 2000 – edizione alquanto obliabile – per “Tutti i miei sbagli” dei Subsonica. Una canzone troppo avanti per quei tempi, almeno per il Festival: il brano è ancora oggi uno dei più grandi successi – anche commerciali – della formazione torinese.

“Salirò”, Daniele Silvestri

Poche canzoni di inizio millennio possono vantare l’affetto di “Salirò” di Daniele Silvestri, eppure l’esperienza all’Ariston fu piuttosto negativa. Nonostante il Premio della critica, solo un quattordicesimo posto. Il successo non tardò ad arrivare: tre premi all’Italian Music Awards e un incredibile risultato a livello radiofonico.

“Il Paese è reale”, Afterhours

Prima e unica partecipazione degli Afterhours al festival di Sanremo del 2009, con la bellissima “Il Paese è reale”. La canzone si aggiudicò il Premio della critica, ma non arrivò alla serata finale. Ancora oggi, è uno dei brani più belli della straordinaria produzione della band di Manuel Agnelli. Ah, nel 2009 vinse Marco Carta con “La forza mia”…

“Nanì”, Pierdavide Carone e Lucio Dalla

Lucio Dalla direttore d’orchestra (e compositore) per Pierdavide Carone e la sua “Nanì”, in gara al festival di Sanremo 2012. L’ultima apparizione alla kermesse per l’artista bolognese, morto poche settimane dopo, per un brano su una prostituta in “un mondo senza eroi”. Solo quinto posto, inspiegabile.

“Glicine”, Noemi

Una delle canzoni più sottovalutate della storia della kermesse canora risale ad appena due anni fa. Parliamo di "Glicine" di Noemi, il miglior brano della fase recente della carriera dell'artista romana ma piazzatosi solo al quattordicesimo posto della classifica finale.

Per capirci, è finito dietro all’insipida “La genesi del tuo colore” di Irama (quinta!!!) e alla scialba “Combat pop” de Lo Stato Sociale.

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