da Roma
Questa volta a Cristina Muti non sono servite volontà e determinazione. Poco più di un mese fa presentando la diciottesima edizione del suo festival, aveva annunciato con orgoglio la trasferta in Libano: a Baalbek, l'antica Heliopolis, il concerto sinfonico; nello storico palazzo di Beiteddine, invece, Muti avrebbe accompagnato al pianoforte alcuni cantanti; e a Naquoura, sede del contingente militare italiano, un concerto di Ambrogio Sparagna e la sua orchestra. Il viaggio in Libano era un ritorno, dopo quello del 1998, e stava a significare che la guerra era finita. Poi Cristina Muti s'è dovuta arrendere, per i fatti di sangue delle ultime settimane e perché non era prudente - come ha detto il generale Angioni, eroe italiano in Libano - «recarsi in quella regione, per il mutato scenario politico, per il pericolo terroristico con il quale siamo costretti a convivere e che dobbiamo anche fronteggiare, e per ragioni effettive di sicurezza». Ma anche perché - ha dato a capire il generale - si rischiava di dover essere protetti da chi vuole la guerra e non si dissocia completamente dal terrorismo.
Per tutte queste ragioni, e nonostante che gli accordi fra Italia e Libano fossero stati presi, il Ravenna Festival, per non cancellare l'atteso appuntamento che anche la nuova Telecom intende sponsorizzare, ha trovato una via d'uscita. Il Concerto per il Libano si farà a Roma; vi assisteranno autorità politiche libanesi ai massimi livelli e una consistente rappresentanza del contingente militare italiano passato e presente in missione di pace in quel paese; e lo si farà nella Casa degli Italiani, nel «Cortile d'onore» del Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Napolitano, che non più tardi di un mese fa aveva cancellato il tradizionale «Concerto per la festa della Repubblica», lui appassionato musicofilo. La Presidenza della Repubblica ha compreso - ha detto la signora Muti - l'alto valore simbolico di tale gesto ed ha acconsentito ad ospitare il concerto.
La decisione è arrivata negli ultimi giorni, quando la preparazione del concerto era già un pezzo avanti. Tre settimane fa l'ultimo sopralluogo; la troupe Rai, effettuando le riprese nei luoghi dei concerti, aveva toccato con mano in quale pericolosissima situazione si sarebbero cacciati musicisti e pubblico. Nei luoghi libanesi più vicini alla frontiera israeliana, la troupe Rai era accompagnata da una scorta armata. Identici restano interpreti e programma : Riccardo Muti, Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Messa da requiem di Verdi.
Il concerto al Quirinale, domenica 22 luglio (ore 21) verrà trasmesso da Raiuno giovedì 26, introdotto da Bruno Vespa.
Prima della Messa di Verdi, suor Marie Keyrouz - una vedette internazionale - intonerà antichi canti di pace.
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