Nando Dalla Chiesa e le vedove inconsolabili

Nando Dalla Chiesa e le vedove inconsolabili

(...) Tutti questi signori hanno preso carta e penna per scrivere che vorrebbero «vivere in una città che si caratterizzasse sempre di più come una “città dei diritti“ ove i valori della nostra Costituzione trovassero una sede significativa per essere tutelati e diffusi».
Capito? Non la qualità della vita, non il diritto dei cittadini a viaggiare in strade sicure o in giardini pubblici ben curati, ma la diffusione «dei valori della Costituzione», nota competenza comunale.
E ancora: «Per questo ci auguriamo che la Sindaco (maiuscolo ndr) offra a Nando Dalla Chiesa un progetto di lavoro tanto qualificante e strategico che non possa essere rifiutato, senza lesinare mezzi e sostegni al suo impegno». Mica roba soft: «che non possa essere rifiutato» e «senza lesinare mezzi e sostegni». Nando non si può mica liquidare con offerte che si possono rifiutare o lesinando mezzi e sostegni!
Mica finita: «Chiediamo che al Prof. (scritto proprio così, maiuscolo e puntato ri-ndr) Dalla Chiesa vengano garantiti tempi, spazi, libertà di movimento e risorse economiche adeguate per ottenere risultati significativi». Insomma, siamo alla linea del Piave, addirittura all’invocazione di «libertà di movimento», all’appello affinchè gli vengano garantiti i diritti costituzionali.
Evidentemente, l’appassionante novela sulla sorte di Nando Dalla Chiesa non è ancora finita. Non sono bastati nè le dimissioni, nè il tira e molla sul ritiro delle dimissioni, nè l’intervento di Sergio Cofferati e nemmeno la conferenza stampa della pace in coppia con Marta Vincenzi in cui Dalla Chiesa spiegava che sarebbe rimasto per occuparsi di diritti, ma non di promozione della città.
Soprattutto, non è bastato l’impressionante flop di Capodanno. Che ha fatto rimpiangere - per l’ennesima volta - il lavoro di Stefano Francesca, che sarà pure inquisito per Mensopoli (e, magari, sarà pure giudicato), ma che aveva impostato uno splendido lavoro sulla promozione della città, organizzando spettacoli ed eventi davvero degni di questo nome.
Il Capodanno low cost di Dalla Chiesa, invece, è riuscito ad abbinare pochissimi spettatori e anche una bassissima qualità (il primo dato è oggettivo; il secondo, ovviamente, è soggettivo e tiene conto dei gusti personali). E, se fosse servita un’ulteriore conferma del fallimento di questo modello, è arrivato dai telegiornali e della stampa nazionale, che hanno ignorato quasi completamente e a testate unificate l’appuntamento genovese. Sarà solo un caso? Comunque un caso molto significativo perchè, solo poche ore prima del flop, Dalla Chiesa spediva un fax su carta intestata del Comune in cui rivendicava orgogliosamente le presenze di Genova su giornali e televisioni nazionali, contandole una ad una.
Eppure, gli ultras di Dalla Chiesa non mollano.

Forse, visto che è il primo firmatario è don Gallo, dopo il Bella ciao in coppia con Marta a De Ferrari, spera di cantare Fischia il vento l’anno prossimo. Con Nando ad applaudire sotto il palco. Roba da allerta meteo.

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