Marcello DOrta, scrittore e maestro, sa che come cittadino napoletano lei spende la bellezza di 539 euro lanno per il funzionamento della macchina amministrativa della sua città?
«Quanto?»
Cinquecentotrentanove euro, quasi il doppio di un milanese, e 57 euro lanno solo per pagare i politici locali...
«Se le cose funzionassero direi ben venga. Invece qui si spende il doppio ma la qualità della vita è nettamente inferiore rispetto a quella di una città come Milano. E lo dico da napoletano che abita a Napoli, e dunque da cittadino che vive gli enormi problemi di questa città».
Quali?
«Be, cè solo limbarazzo della scelta. Mi sembra come il condominio dello stabile in cui vivo, paghiamo un sacco di soldi e non funziona niente, il Comune di Napoli è uguale: gli autobus che non funzionano, la metro che si rompe, la camorra che è un cancro che impedisce alla città di andare avanti. Per non parlare della monnezza: paghiamo più di tutti per la nettezza urbana, e se non cera il governo Berlusconi che ripuliva tutto a questora eravamo sommersi. Noi facciamo i conti con la vita quotidiana, e solo noi, al di là delle classifiche, sappiamo bene quanto le cose qui non funzionano».
Allora quelli per la politica, a Napoli, sono soldi buttati?
«Visto come vanno le cose direi proprio di sì. Sa come si dice da queste parti?»
No, prego.
«Si buttano i soldi nta saittella, nel tombino. Si spendono migliaia e migliaia di euro per presunte opere darte che non valgono nulla, oppure per la Notte bianca, per fare ricchi cantanti e artisti di sinistra, e poi per avere un certificato anagrafico devi trovare lamico che ti fa un favore, perché altrimenti devi aspettare tantissimo».
Ma i politici non se ne rendono conto?
«Certo che sì, lo sanno benissimo. E infatti a Napoli, a Bassolino e alla Iervolino, diciamo basta, iatevenne, andatevene.
E dei 57 euro a testa che ogni napoletano paga per i politici eletti che facciamo?
«Qui lunico che ha fatto qualcosa è stato Berlusconi. Diamoli al governo, così fa qualcosa di buono per Napoli».
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