Cronaca locale

"La scuola brucia". E in aula arrivano gli ispettori per video trapper

Scattano i controlli da parte degli ispettori del ministero della pubblica istruzione in un istituto superiore di Marcianise per il videoclip di trapper in cui la scuola viene data alle fiamme

"La scuola brucia". E in aula arrivano gli ispettori per video trapper

Girano un videoclip musicale a scuola e, nel giro di poche ore, scattano i controlli da parte di un ispettore del ministero della pubblica istruzione. Così la trovata di due trapper campani, Bomberup e Joa (B-Art) finisce per sollevare un polverone non da poco rischiando di mettere nei guai il preside dell'istituto.

Se il testo della canzone Scuola aveva fatto storcere il naso a molti per il messaggio potenzialmente deviante del contenuto, la location scelta dai due performer del genere trap, ovvero l'istituto del Aldo Moro di Marcianise in provincia di Caserta, ha fatto indignare ben oltre i pronostici, al punto da innescare una polemica senza precedenti. Ciò che ha messo in allarme il ministero della pubblica istruzione sono le immagini - riproposte sul finale del videoclip - della scuola in fiamme mentre i due protagonisti fanno freestyle e fumano in piedi sulla cattedra di un'aula vuota. Ma non è tutto.

Ciò che ha messo in allerta molti genitori e docenti dell'istituto, sono alcuni versi del brano dal tono pericolosamente denigratorio e offensivo nei confronti del corpo insegnanti. Gli insulti alla prof – apostrofata come "puta" – e le minacce di certo non mancano: "non provare a far la furba se no divento un barracuda e questa scuola poi brucia". Inoltre, il testo è stillante di riferimenti ad un contesto criminoso - con i due protagonisti che, coperti da un passamontagna e impugnando una cartina geografica come fosse un fucile, inneggiano al consumo di stupefacenti "4 grammi nella busta" o "questa vita non piace più, scendo in piazza e faccio spaccio". Insomma, un mix di elementi alquanto discutibile. E l'intervento di un ispettore della pubblica istruzione è stato quasi inevitabile.

Così nella mattinata di martedì 21 gennaio, pressapoco alle ore 11.30, una ispettrice scolastica ha bussato alla porte del dirigente d'istituto, il professor Pietro Bizzarro, per perlustrare le aule. Stando a quanto riferisce Il Mattino, il preside avrebbe ammesso di aver autorizzato le riprese del video all'interno della scuola credendo si trattasse di un brano dal tono critico nei confronti di una realtà – quella scolastica e sociale – che molto spesso non riesce a fare fronte al disagio adolescenziale. Nulla di più.

Indagini sono in corso per accertare la dinamica della vicenda.

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