Napolitano: fondamentale libertà d'informazione

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato l’importanza della libertà d’informazione, due giorni dopo che la Camera ha detto sì alla nuova legge sulle intercettazioni, contestata da opposizione, giornalisti e magistrati

Napolitano: fondamentale libertà d'informazione

Roma - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato l’importanza della libertà d’informazione, due giorni dopo che la Camera ha detto sì alla nuova legge sulle intercettazioni, contestata dall'opposizione e da una parte dei magistrati. Concludendo un incontro a Napoli, il Capo dello Stato ha espresso "fiducia nell’attaccamento dei nostri popoli ai principi democratici e liberali su cui poggia la Costituzione europea, compreso il principio della libertà e del pluralismo dell’informazione".

Votato due giorni fa Il ddl votato due giorni fa a Montecitorio, sul quale il governo aveva già ottenuto mercoledì scorso la fiducia, restringe il ricorso alle intercettazioni nelle indagini della magistratura e impedisce la loro pubblicazione sui media, anche quando non sono più coperte da segreto, almeno fino alla fine delle indagini preliminari. La maggioranza sostiene che le limitazioni sono necessarie dopo una serie di abusi da parte della magistratura, in cui si è violata la privacy dei cittadini. Dopo gli appelli dell’opposizione al Quirinale, Napolitano si è riservato di esaminare il testo prima di decidere se firmarlo o meno.

Cossiga al Colle sul Csm  "L’Anm è riuscita per la debolezza della politica a far attribuire ai membri del Csm la prerogativa dell’insindacabilità: e a chi davanti alla Corte Costituzionale ha obiettato che si trattava di materia costituzionale, questo giudice politico ha risposto che il fatto che la stessa prerogativa fosse stata attribuita ai membri del Parlamento e della stessa Corte con norme costituzionali, non si opponeva che potessero essere attribuite anche con legge ordinaria, perchè non si trattava altro che di deroghe alle norme sulla punibilità disciplinata dalle norme ordinarie contenute dei codici

penale e di procedura penale". È una delle argomentazioni rivolte da Francesco Cossiga, in una lettera, a Napolitano sul Consiglio dopo le dimissioni di alcuni membri del Csm in polemica con il ministro della Giustizia.

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