Sabrina Cottone
da Milano
Più chiaro di così non poteva (non voleva) essere, ma lassalto allUniversità previsto dalla Finanziaria non piace a Giorgio Napolitano. E per accendere il fuoco amico il presidente della Repubblica ha scelto ambientazione e compagnia adatte, i professori e gli studenti della Bocconi riuniti nellaula magna per linaugurazione dellanno accademico. «Sarebbe paradossale sottovalutare il ruolo delle nostre Università» scandisce dal palco, in un luogo che è un po il simbolo delluniversità privata italiana. «Non è la prima volta che parlo di università» ricorda. E in effetti lintervento richiama le parole di giovedì scorso a Torino, quando il capo dello Stato, dopo un incontro con i rettori e con i precari del Politecnico, ha espresso riserve sulla Finanziaria che si prepara a tagliare risorse per la ricerca e lUniversità.
A Milano arriva il bis, con un invito a essere rigorosi nei conti come chiede lUe, ma senza dimenticare di aiutare lUniversità. «Vorrei concludere così, senza inoltrarmi in disamine e polemiche di attualità che non possono coinvolgermi...» dichiara con la più classica delle preterizioni, quando si finge di non voler dir nulla di ciò di cui si sta parlando, uno dei modi migliori per attirare lattenzione e far polemica. E infatti: «Sarebbe paradossale che a discorsi generalmente condivisi sullesigenza di una seria concentrazione di sforzi, in ciascun Paese e su scala comunitaria, per accrescere il potenziale europeo di capitale umano, di capacità di ricerca e di innovazione, di qualificazione civile e culturale dei processi di crescita e sviluppo, facesse riscontro una sottovalutazione del ruolo delle nostre università, delle loro esigenze vitali, di continuità e di consolidamento».
Non cè dubbio che a Napolitano la Bocconi piaccia, e parecchio. Lha preferita alla Statale (e alla Cattolica) già una volta, nel luglio scorso, durante la prima visita ufficiale a Milano. Adesso, nella seconda incursione in città, ha addirittura scelto lateneo come unica tappa. Nel suo discorso ha spiegato le ragioni di tanto attaccamento: «Con questa università ho conservato un particolare legame nel ricordo di Giovanni Spadolini e della difficile esperienza istituzionale che condividemmo fino alla vigilia della sua repentina scomparsa».
Nel nome dellex presidente del Senato e presidente della Bocconi, campione di europeismo, Napolitano ha incalzato Parlamento e governo: «Siamo impegnati a dare il massimo contributo affinché lUnione Europea esca dallimpasse politico e svolga unazione incisiva nella sfera delle relazioni internazionali» spiega. Il punto centrale, al momento, è però un altro e riguarda il rispetto di ciò che già esiste, delle norme alla base dellintegrazione europea: «Una prova non minore del nostro europeismo dobbiamo darla assumendo le difficili decisioni richieste dal rispetto della disciplina comunitaria, in materia di conti pubblici e dallattivazione delle riforme sollecitate dalle direttive europee». Tutte questioni che, come sottolinea il Presidente, spettano appunto al governo e al Parlamento.
La Bocconi è il luogo giusto per parlare di Unione europea anche grazie alla presenza Mario Monti, lex commissario Ue e presidente dellateneo che è tornato a caldeggiare un maggior impegno sul fronte di Bruxelles. «Nella nuova governance della Bocconi, in molti punti il singolo docente perde la capacità di bloccare alcune decisioni. Una riforma che, oltre che lUniversità Bocconi, dovrebbe interessare anche lEuropa» è la tesi di Monti, che in sostanza torna a chiedere la riduzione dei poteri di veto degli Stati membri.
Napolitano gli dà ragione, poi vira ancora sulla formazione e la ricerca: «NellEuropa comunitaria si sono create condizioni nuove di libertà di studio e dincontro.
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