Viva le differenze, che sono una ricchezza del sistema. Ma le disuguagluanze no, quelle sono un freno alla giustizia. Non è un fatto semantico, ma di opportunità: per questo la politica e la società civile si devono impegnare maggiormente contro ogni tipo di disparità, tanto più «in un periodo storico, nel quale in molti luoghi e ambienti, a vari livelli, sembra affermarsi una cultura diffusa che accetta vistose disuguaglianze di reddito e di potere». È quanto chiede il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio in occasione della terza edizione del Festival del Diritto di Piacenza.
Il capo dello Stato segnala due campi nei quali le diverse di possibilità sono particolarmente dolorose: quello del lavoro, con decine di vittime in incidenti che dovrebbero essere evitati, e quello delle persone portatrici di handicap. «Quello degli incidenti mortali è un dramma, che si è ripresentato anche in questo mese di settembre, nel quale abbiamo visto cadere troppe vittime e assistito al dolore profondo delle loro famiglie - dice il presidente - . E penso pure ad un altro tema che mi sta molto a cuore, il diritto dei disabili ad avere quanto più possibile uguale accesso ad una vita normale».
Napolitano osserva che «è innegabile che l'idea stessa di uguaglianza abbia perso la sua spinta propulsiva e mobilitantè e che stiano emergendo nuove forme di disuguaglianzà accanto a quelle tradizionali, e che anche queste ultime siano tutt'altro che superate». Il presidente pensa «alle vecchie e nuove» diversità e pone l'accento su «un problema aperto al quale ho dedicato particolare attenzione in tutto il mio mandato: la sicurezza sul lavoro».
«Il vostro Festival - scrive nel suo messaggio agli organizzatori e al sindaco di Piacenza Roberto Reggi - pone domande strategiche fondamentali per il presente e per il futuro. Come combattere all'interno delle nostre democrazie benestanti povertà e carenze di diritti che, ben lungi dal declinare, si stanno espandendo. Come conciliare competitività economica, tutela dei lavoratori e giustizia sociale. Come valorizzare il merito, senza ignorare la dimensione dell'uguaglianza delle opportunità e della solidarietà. Quale tipo di istruzione pubblica ci serve, se vogliamo che non penalizzi e non umili le potenzialità di chi nasce in ambienti svantaggiati. Con quali strumenti possiamo estendere diritti materiali e immateriali anche al di là delle frontiere del nord del mondo. Quale ruolo deve svolgere l'Europa unita. Come conciliare il rispetto di antiche e nuove minoranze con la necessità di affermare un nucleo di valori, di diritti della persona non rinunciabili. Come includere preziose diversità senza compromettere la coesione sociale».
Ovviamente le risposte a tutti questi interrogativi «non sono facili» e perciò, conclude Napolitano, già «tornare a proporre un orizzonte di uguaglianza, riportare nel dibattito pubblico l'obiettivo di contrastare pesanti disuguaglianze costituisce di per sé un risultato degno di nota».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.