Nasce una nuova cordata: il patto dei quarantenni

Entusiasmo. Conciliaboli in Transatlantico. Franco Frattini che riunisce i suoi. Michela Vittoria Brambilla l’hanno vista confabulare a lungo con Angelino Alfano. Agitazione. Il fatto è che loro, il «gruppo dei quarantenni», in buona parte i 40 anni li hanno compiuti già da un po’. Pazienti fino a oggi in attesa del trampolino che verrà, all’improvviso, dopo il voto amministrativo, eccoli pronti al tuffo. Non dopo aver fatto sentire la loro voce a più riprese, dai minacciati strappi di Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo al lavoro di tessitura fra le varie anime del Pdl di Franco Frattini. Nel dubbio che qualcuno si facesse venire dubbi sulle loro intenzioni e sul loro posizionamento, hanno siglato un patto con Alfano. Se è vero, come è stato deciso ieri, che sarà lui con i suoi 41 anni il segretario politico del Pdl per la nuova fase che porta ai congressi locali e poi a quello nazionale, significa che tocca a loro prendersi in mano al partito. «E noi ci saremo», fanno sapere.
Ci sono i ministri, per cominciare. C’è la titolare dell’Ambiente Prestigiacomo, 44 anni e una lunga carriera politica con esordio nel 1994 di Forza Italia. C’è la Brambilla, delega al Turismo, 43 anni, gli ultimi cinque trascorsi fra Parlamento e governo ma sempre con lo stesso pallino di dare forza al partito, Forza Italia prima e il Pdl poi, con la struttura parallela dei Promotori della Libertà. C’è Raffaele Fitto, 41 anni, Affari regionali, già il più giovane presidente di Regione quando, nel 2000, conquistò la Puglia, con un percorso politico interno da responsabile di Forza Italia per il Sud nel 2006 e poi, dal 2007, da delegato del Pdl ai rapporti con altri partiti e movimenti. E poi ci sono quelli di «Liberamente», il gruppo di Frattini, Gelmini e Carfagna, rispettivamente 54, 37 e 35 anni, per cominciare: ieri si sono riuniti, c’erano anche altri quarantenni, dai 48 di Isabella Bertolini giù fino ai 44 di Deborah Bergamini e ai 41 di Michaela Biancofiore. Riuniti per dire che sì, ben venga l’investitura di Alfano, ma che sia solo il primo di una serie di segnali, perché il partito va riorganizzato. Anzi, pardon: al partito serve un’opera di restyling, perché carissimi signori Cicchitto e Verdini e La Russa che venite dalla fu prima repubblica il vostro politichese non ha più cittadinanza qui. Tanto per dire la differenza, quella che per Fabrizio Cicchitto è una verifica per rilanciare il partito, per Michela Vittoria Brambilla è un briefing per avviare il restyling. E se uno come Claudio Scajola invoca il ritorno a una struttura radicata sul territorio, per la Gelmini trattasi di sfruttare al massimo il know how interno.


Così, ieri all’ufficio di presidenza che a palazzo Grazioli ha affidato ad Alfano la guida politica del partito, loro sono arrivati in grande spolvero: Frattini col pollice alzato su un sorriso smagliante, Carfagna in pantalone bianco e maglioncino casual, l’unico un po’ teso era lo stesso Alfano, mentre i coordinatori, poi riconfermati con incarichi di settore ma giunti al vertice un po’ come al patibolo, hanno ostentato invano serenità, dal malcelato nervosismo di Denis Verdini al sorriso un po’ forzato di Ignazio la Russa.

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