La Nato: strategia immutata in Afghanistan

L’eliminazione di Osama Bin Laden è un «successo importante» che però «non cambia» la strategia della Nato in Afghanistan. Così il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, ha commentato l’azione condotta dalle forze speciali americane contro il capo di Al Qaida avvertendo però che «il terrorismo internazionale continua a rappresentare una minaccia diretta per la sicurezza nei nostri Paesi e per la stabilità internazionale».
L’occasione per fare il punto della situazione dopo la morte di Osama Bin Laden è stata offerta a Rasmussen dalla consueta conferenza stampa mensile svoltasi nel quartier generale della Nato di Bruxelles. Rasmussen ha osservato che «il fondatore di Al Qaida è stato direttamente responsabile della morte di migliaia di innocenti». Contro di lui è stata quindi condotta una «operazione giustificata e spero - ha detto il segretario generale della Nato - che questo possa indebolire uno dei più pericolosi network terroristici» internazionali. Ma la morte di Bin Laden non comporta di per sè una modifica dell’azione che la Nato e i suoi alleati stanno conducendo in Afghanistan.

«Porteremo avanti la nostra missione - ha osservato Rasmussen - il tempo necessario per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati: far sì che il Paese non possa più tornare ad essere un rifugio sicuro per l’estremismo».

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