Cesare Prandelli è uomo di parola. Promise a Cassano, nei giorni tristi e malinconici del suo esilio a Bogliasco, che non l’avrebbe abbandonato, e così è stato. Alla prima occasione, nonostante il pibe di Bari sia reduce da 40 giorni fitti fitti di allenamenti duri e impegnativi col Milan, lo ha rimesso in sella. Promise, sempre il ct, che non avrebbe arricciato il naso sui «nuovi italiani», e così è stato. Ecco a noi il terzo della lista (dopo Amauri e Ledesma, debutti dall’esito poco confortante in verità), il brasiliano dell’Inter Thiago Motta (foto), convocato con asterisco (la documentazione inviata alla Fifa per segnalare la sua presenza di una rappresentativa brasiliana under 17 è completa e riceverà il nulla-osta oggi alla riapertura degli uffici di Zurigo) e presentato oggi a Coverciano. A dargli il benvenuto il presidente Abete, richiamato in quella sede dalla consegna della panchina d’oro: noblesse obblige. Prandelli vuole collaudarlo. ha una sola partita a disposizione.
Sempre di parola, Prandelli risulta essere anche a proposito del portiere e del capitano della sua Nazionale. A dicembre, nell’intervista di fine anno a Il Giornale , lo definì elemento decisivo, pur essendo fermo ai box per infortunio, nel coltivare l’entusiasmo per il club Italia. Perciò oggi non c’è alcuna meraviglia nel rivedere iscritto il nome del fuoriclasse tra i 23 azzurri che mercoledì a Dortmund, in amichevole, affronteranno la Germania di Low (ore 20.45) al Westfalion stadium, oggi «Signal Iduna Park», teatro della memorabile semifinale mondiale del 2006 (2 a 0, gol di Grosso e Del Piero).
Dalle nostre parti, e solo dalle nostre parti, è possibile mettere in discussione il talento purissimo del portierone della Juventus che ha segnato qualche battuta a vuoto tra Palermo e Cagliari. Per fortuna Prandelli, e speriamo anche Delneri, non si lascia sfiorare da alcun dubbio. Viviano e Sirigu, gli altri due giovani colleghi selezionati, possono nel frattempo guardare e imparare. Ultime novità le presenze di Giovinco e Matri, arrivati nella grande famiglia azzurra a segnalare una particolare esigenza (un tre-quartista dotato di fantasia) da un canto e una esigenza primaria dall’altra (l’assenza di Gilardino giudicato in forma discutibile dalla stessa Fiorentina). Può darsi che al giovane centravanti lodigiano abbia giovato il passaggio dal Cagliari alla Juve (ma a giudicare dalla presenza di Astori tra i difensori, il ct è molto attento anche alle provinciali) ma certo a brillare è il suo attuale smalto.
Col Palermo è stato assalito da crampi e anche da un pizzico di mala sorte, col Cagliari è andato in modo disinvolto a segno, a dimostrazione di sicurezza nei propri mezzi.
Richiamati infine da Prandelli due reduci, Maggio e Nocerino, per colmare qualche vuoto tra i ranghi dei difensori laterali (e centrocampisti).
Proprio in difesa è possibile assistere alla ricomposizione della famosa coppia centrale di etnia barese, Bonucci e Ranocchia, con Chiellini dirottato a sinistra, come gli capita nella Juve ora. È il futuro della Nazionale, meglio testarlo subito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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