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"Girano con uomini armati". Ecco la verità sulle borseggiatrici rom di Milano

Le borseggatrici, che sanno di poter contare su una parte politica che vuole anche tutelarne la privacy, ora girano a Milano con la scorta armata di coltelli

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Questo è un periodo durante il quale si parla un po' meno del problema delle borseggiatrici nella metro di Milano ma questo non significa che il problema si sia attenuto. Anzi. Basta fare un giro in una qualunque delle linee della metropolitana del capoluogo lombardo, a qualsiasi ora del giorno e della sera, dal centro alle periferie, per sentirsi come un bersaglio pronto a essere colpito. Gi avvisi "Attention, pickpocket" vengono scanditi con frequenta elevata e regolare durante il tragitto, sia in italiano che in inglese. Il livello di insicurezza nelle persone è elevatissimo, lo si percepisce nell'aria, tutti sono un po' più guardinghi quando si muovono, con gli zaini rigorosamente sul petto per evitare intromissioni indesiderate. E nonostante si fosse portati pensare di aver già toccato il fondo con i consiglieri comunali che difendono la privacy di chi ruba, ecco che le borseggiatrici raggiungono un altro livello, operando con la scorta "armata".

La denuncia è arrivata dai gestori della pagina social MilanobelladaDio, che da anni sono impegnati nelle denunce sul territorio di Milano. Questi ragazzi, volontari, fanno il lavoro di prevenzione che il Comune guidato da Beppe Sala si "dimentica" di fare, ignorando la gravità della deriva criminale assunta dalla sua città. "È sempre più pericoloso fermare le borseggiatrici mentre derubano i turisti e i passeggeri", spiega Matthia Pezzoni che impiega gran parte del suo tempo libero per tentare di riportare un po' di legalità a Milano o, comunque, provare a proteggere gli ignari passeggeri e turisti.

Lui è già stato aggredito in diverse occasioni, una in maniera piuttosto pesante da parte delle borseggiatrici e dei loro cani da guardia. "Queste donne girano con uomini, ma anche con ragazzini, armati: che le proteggono e che, se provi a fermarle, sono pronti ad aggredirle, esattamente come è capitato a me", dice Pezzoni, al quale da qualche tempo si sono uniti anche altri ragazzi che nel tempo libera si impegnano a contrastare i borseggi e i reati da strappo e sottrazione. Da quando il fenomeno ha assunto grandi dimensioni mediatiche, le borseggiatrici sembrano essersi attrezzate e ora è diventato molto più pericoloso intervenire, perché il rischio di essere feriti da un'arma da taglio risulta essere molto più alto.

"Milano è diventata la terra di nessuno, hanno più sicurezza loro che i cittadini, il Belpaese all’incontrario", è il commento amaro di Pezzoni, che comunque non molla e continua nel suo lavoro.

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