Nazionale

Andiamo noi”. Così la Louise Michel ha disobbedito alla guardia costiera

Quindi ore di discussioni in mare tra Guardia costiera e Louise Michel, che ha contravvenuto a tutte le indicazioni delle autorità italiane ed è stata posta in fermo

“Andiamo noi”. Così la Louise Michel ha disobbedito alla guardia costiera

La Guardia costiera ha fermato la nave della Ong Louise Michel per aver contravvenuto alle indicazioni fornite nell'ultimo weekend di sbarchi in Italia. In un contesto di forte difficoltà dato dalle innumerevoli imbarcazioni in mare, il motoscafo che batte bandiera spagnola e che viene finanziato dall'artista Banksy ha deliberatamente ignorato le disposizioni fornite dal centro I.M.R.C.C. di Roma, effettuando altri interventi dopo l'assegnazione del porto e sovrapponendosi alla stessa Guardia costiera. Il Corriere della sera ha effettuato la ricostruzione delle 15 ore durante le quali le autorità italiane sono state scavalcate dalla nave del soccorso civile.

Tutto inizia con la comunicazione del primo intervento, iniziato dalla Louise Michel alle 13.43 di venerdì 24 marzo. La barca verso la quale il motoscafo si sta dirigendo si trova a 95 miglia da Lampedusa, in area Sar libica. Servono poco più di 60 minuti per terminare l'intervento che porta, alle 14.49, a bordo della barca spagnola 78 persone. L'operazione è conclusa e il motoscafo porta già a bordo più persone di quelle che potrebbe, ossia 60. Ma questo, in quel momento, non rappresenta un problema. La Louise Michel non è una delle grandi navi al pari della Ocean Viking e della Geo Barents, per esempio. Le lancette non fanno in tempo a compiere un giro completo che alle 15.06 il centro di Roma riceve un'altra chiamata da parte del motoscafo, che informa le autorità italiane di stare dirigendosi verso un'altra imbarcazione dopo il mayday di Frontex.

Questa seconda imbarcazione si trova in acque Sar maltesi ma alle 16.29 la Guardia costiera rientra in comunicazione con l'imbarcazione spagnola e chiede l'interruzione del secondo intervento: "Vi è stato assegnato il porto di Trapani, andateci alla massima velocità". La barca spagnola non asseconda l'indicazione delle autorità italiane e prosegue con una rotta evidentemente diversa. Poco meno di un'ora dopo, la guardia costiera effettua un secondo avviso alla Louise Michel: "Andate a Trapani, stiamo andando noi verso l’obiettivo del mayday". Il motoscafo non obbedisce nemmeno al secondo avviso e dopo due ore circa, alle 19.20, apre la comunicazione con la Guardia costiera e informa di aver preso a bordo altre 38 persone. Ora sul piccolo natante ci sono poco meno di 120 migranti, il doppio di quelli consentiti. La stabilità della barca è già compromessa.

Quattro ore dopo, alle 23.21, la barca spagnola comunica che si sta dirigendo verso un altro obiettivo ma la Guardia costiera interviene e spiega che si sta già dirigendo una barca italiana. Nel verbale, le autorità italiane spiegano: "Durante le operazioni di recupero condotte autonomamente dalla Louise Michel, il barchino si è ribaltato. Ci comunicano di aver recuperato tutti i naufraghi e che un adulto e un bambino sono in stato di incoscienza". La motovedetta italiana interviene per effettuare il trasbordo dei due soggetti in pericolo e nota il grave pericolo al quale sono esposti i migranti sulla barca spagnola, eccessivamente caricata.

A quel punto la Ong non può più raggiungere il porto di Trapani in quelle condizioni "unsafe" e nonostante Lampedusa sia al collasso a causa degli sbarchi continui, autonomi e agevolati dalle barche militari italiane, le viene assegnato quel porto, il più vicino. La Louise Michel arriverà a Lampedusa poco dopo le 4 del mattino di sabato, dove viene fermata dalla Capitaneria di porto.

Non si esclude che venga aperto un fascicolo dalla procura di Agrigento.

Commenti