Sarno (Salerno)Era il pomeriggio del 5 maggio del 98: dalla montagna di Pizzo Alvano un fiume di lava nera invase strade, vicoli, piazze e case di Sarno. Fu un massacro. La frazione di Episcopio fu cancellata dalla frana. Altri tre paesi, Bracigliano e Siano (centri del Salernitano, come Sarno) e Quindici (Avellino) furono colpiti dallalluvione. I morti furono 160, ben 136 nella frazione di Episcopio, uno a Sarno, gli altri 24 nei restanti comuni.
Undici anni e cinque mesi più tardi, la paura non è sparita da Sarno. Alle prime piogge, gli abitanti guardano le nubi del cielo con molta apprensione e temono unaltra catastrofe. Una paura legittima perché, come spiega Antonio Milone, leader dellassociazione «Rinascere», che raggruppa i familiari delle 160 vittime dellalluvione, «non si è intervenuti sul versante della montagna».
Milone combatte ancora oggi con lassociazione per vedere completata lopera di ricostruzione delle case ma, soprattutto, per vedere finalmente realizzati gli interventi per le riduzioni del rischio in caso di una nuova alluvione. «La rete dei canali è stata risistemata, il numero delle vasche è aumentato, ma non basta. Ci sono dei ritardi che non sono ammissibili da parte della Regione».
Il presidente di «Rinascere» rievoca quei giorni del dolore. «Ci furono dei ritardi pazzeschi e inspiegabili nei soccorsi. Si pensi che ottanta persone furono uccise dalla frana, ben otto ore dopo che levento si era già manifestato. Per non parlare della lotta che abbiamo dovuto sostenere per ottenere dal governo, allepoca guidato da DAlema, la legge per la ricostruzione. Labbiamo avuta solo dopo un anno mentre per lUmbria trascorsero solo sei mesi».
Undici anni e cinque mesi dopo il 5 maggio del 98 una ventina di famiglie di Sarno ancora non hanno un nuovo tetto. «Spetta alla Regione Campania costruire le case per questi nuclei. Mi risulta che fino a qualche settimana fa, la costruzione di queste abitazioni non era ancor iniziata», dice rammaricato Milone. Dove vivono queste famiglie? Sono andate via da Sarno, oppure sono ancora sistemate presso le abitazioni dei parenti.
carminespadafora@libero.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.