RomaRaffaele Lombardo, questo dicono da Palermo, è già pronto a fare il grande passo. Gli è bastata una vaga disponibilità del Pdl dellisola ad appoggiare la sua giunta, per fargli «auspicare un percorso di condivisione tra persone di buona volontà»: unapertura che vale in Sicilia ma che può essere buona anche a Roma. Così pure il suo amico-rivale Pier Ferdinando Casini, per non restare indietro, ha dovuto battere un colpo. Il leader dellUdc è nelle lontane Maldive, ma questo non gli ha impedito di spedire una lettera al Cavaliere per chiedere che, vista la sua «amicizia personale con Putin e con Medvedev di cui si dichiara orgoglioso», si attivi sul caso Khodorkovsky. «Un sua assunzione di responsabilità non potrà che fare onore a lei come presidente del Consiglio e come leader politico».
Dunque, mentre Lombardo offre una tregua a Berlusconi, Casini quasi lo provoca. Lombardo si offre e Casini alza il prezzo. La tattica è diversa, ma la strategia è la stessa: riagganciare il Cav, possibilmente per primi. E se la mossa di riavvicinamento del governatore siciliano è abbastanza trasparente, anche quella del gran capo dei centristi, a bene vedere, non è uno strappo ma un rilancio durante una trattativa che non è ancora entrata nel vivo. Cè una specie di derby tra postdemocristiani e il campo da gioco è lintesa con Berlusconi. È come una regata di Coppa America: quando Mpa si accosta, lUdc si deve fare un bordo e allontanarsi.
Alla base ci sono le difficoltà del Terzo Polo a restare unito e soprattutto «terzo», cioè distante dai due blocchi. Da qualche giorno Casini e Lombardo si contendono il Pdl in una felpata gara fratricida. Lobbiettivo è quello di tornare a casa per primo e di essere quindi determinante per la stabilità del governo ed la sopravvivenza della legislatura.
In questa partita rientra la giunta siciliana, la maggioranza laboratorio Mpa-Udc-Fli aperta al Pd. Un esecutivo che si è incartato sul bilancio: i lombardiani a Roma avevano cominciato a flirtare con il Pdl e i casiniani hanno replicato smarcandosi dalla legge finanziaria regionale. Ora le crepe sono diventate fessure, in particolare dopo la mano tesa del coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione: «Bisogna superare la litigiosità e recuperare la dialettica del fare». Lombardo ne ha approfittando allargando la questione a livello nazionale: «Si potrà ragionare insieme». E questi scambi di tenerezze si aggiungono ad alcune voci romane, che parlano di parlamentari lombardiani in viaggio verso il centrodestra, pronti a dare una mano al governo. Gira già un nome «volenteroso»: quello di Ferdinando Gratteri, ex rettore delluniversità di Catania.
Da qui, dallesigenza di sparigliare ancora, la contromossa casiniana, sintetizzabile nella vecchia pratica dellalternanza del bastone e della carota. «Se il governo metterà al centro dellagenda politica la famiglia - ha dichiarato laltro giorno il segretario dellUdc Lorenzo Cesa - ci troverà senzaltro pronti ad un confronto costruttivo». E ieri Rocco Buttiglione ha indicato un altro settore sul quale possono nascere delle convergenze, i temi etici: «È sempre più urgente che si porti in discussione a Montecitorio la proposta per limitare laborto entro e non oltre la ventesima settimana di gravidanza». Il terreno è fertile ed è già stato scavato dall«agenda bioetica», un testo preparato dal governo e che nelle prossime settimane verrà presentata in Parlamento come mozione: «Penso che il voto favorevole dellUdc sia scontato», prevede il senatore del Pdl Raffaele Calabrò. Uniniziativa a mettere in difficoltà i finiani e a mettere un cuneo in mezzo al Terzo Polo.
Queste le carote. Il bastone, probabilmente solo tattico, sta invece nella lettera in cui Casini senza troppi giri di parole accusa Berlusconi di essere amico di un regime autoritario.
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