Nell’aula vuota, Tremonti attacca: «La politica ha capito tardi»

RomaLa crisi greca, con le sue ripercussioni in tutta Europa, interessa il mondo intero, con un’unica eccezione: la Camera dei deputati. Sono infatti una ventina, via via aumentati fino a raggiungere un massimo di settanta presenti su 630 parlamentari, gli onorevoli seduti sui banchi di Montecitorio ad ascoltare la relazione di Giulio Tremonti. Maggioranza e opposizione si distinguono entrambe, con poche differenze, nel giocare a «chissenefregadeigreci». E anche se il ministro dell’Economia ricorda che «questa crisi è una minaccia che ci tocca tutti», evidentemente i deputati non si sentono toccati per nulla. E il confronto sarà ancora più impietoso quando si assisterà, oggi al Bundestag tedesco, alla discussione sul piano di aiuti europeo ad Atene.
Nel merito, Tremonti definisce «eccezionale» la reazione del governo greco all’attacco speculativo di cui il Paese è rimasto vittima, ed esprime cordoglio profondo per i morti di Atene. Il piano di risanamento è «adeguato e credibile», e l’Europa deve ricordare che la crisi riguarda tutti: nessuno è immune, nessuno viaggia in prima classe, dunque la soluzione può essere solo «comune e politica». L’Italia, dice il ministro dell’Economia con una metafora alpinistica conversando con alcuni parlamentari di maggioranza, è «in parete, ma i conti pubblici sono sotto controllo e la nostra situazione è molto migliore di quella degli altri». Insomma, il nostro Paese è «vaccinato» contro l’influenza greca.
Nel suo intervento in aula, Tremonti parla di un’Europa che ha reagito in ritardo, con i tempi della politica che non sono certo quelli dei mercati. «La crisi greca - spiega - è stata causata da profondi squilibri che la speculazione ha amplificato, minacciando la stabilità del Paese e dell’intera area dell’euro». Il ministro spera che, nel vertice odierno dei capi di Stato e di governo dei Paesi euro, si prendano le misure necessarie perché crisi simili non si ripetano.
Oggi il Consiglio dei ministri approva il decreto legge «per la salvaguardia della stabilità finanziaria nell’area dell’euro». Tremonti conferma che l’impegno italiano nel pacchetto di sostegno sarà pari inizialmente a 5 miliardi e mezzo di euro, il 18,4% del totale europeo. Il provvedimento, spiega il ministro, «ci permette di intervenire in modo flessibile, con emissioni (di titoli) a medio-lungo termine, e con anticipazioni di tesoreria». In parte le somme saranno dunque prelevate da quella sorta di bancomat governativo che è il conto corrente di tesoreria; in parte saranno emesse quantità superiori di titoli nel corso delle normali aste. Il contributo finanziario non avrà conseguenze sul deficit, ma ne avrà sul debito pubblico, anche se l’Unione europea non ne terrà conto ai fini del Patto di stabilità. Alla fine, si avrà un «differenziale positivo per l’Italia - spiega Tremonti - tra il tasso applicato alla Grecia e il nostro costo della raccolta».

Un «guadagno» che rende compatibile lo strumento con le regole europee che sono contrarie ai bailout, i salvataggi dei Paesi. I rimborsi in quota capitale da parte greca saranno destinati al fondo di ammortamento dei titoli di Stato, mentre gli interessi (si parla di un 5%, ndr) finiranno nelle entrate statali.

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