Andrea Acquarone
Checché ne dicano i Bertinotti, gli studenti, i disobbedienti, Verdi, e «rifondaioli» vari, oggi Bologna è un po più rossa. Ma di vergogna. Forse nel momento in cui nei giorni scorsi aveva sollevato, con gran stupore (e ira) generale, il suo guanto di ferro - promettendo linea dura contro clandestini, lavavetri, inquilini abusivi, centri sociali compresi - nel sindaco Cofferati avrebbe potuto leggersi una certa preveggenza. Quella del pericolo. Dei rischi sinuosi di una criminalità metropolitana che di «micro» ha ormai solo il nome. Ed è quella che spaventa di più, perché non colpisce i grandi affari ma i cittadini qualunque, quelli della periferia che anche Tex Willer Cofferati sembra aver dimenticato. Un recente sondaggio indica come il 53 per cento dei nostri connazionali consideri la propria incolumità messa a rischio dallimmigrazione «selvaggia». A Bologna, stranieri di ogni etnia e razza avevano trasformato più di un quartiere in enclavi senza legge dove polizia e carabinieri venivano presi a botte. A Bologna appena cinque mesi fa una ragazzina di 15 anni venne violentata in pieno giorno in un parco del centro davanti agli occhi del fidanzatino. Si era a Villa Spada, per la precisione. Cera tanta gente quel giorno di giugno, mamme coi bambini, studenti, coppiette, ragazzi che giocavano. Eppure sembrò che nessuno avesse visto nulla. Choc, rabbia, ma da parte dei potenziali testimoni, come puntualizzava amaro il procuratore Enrico De Nicola, «poca collaborazione». «Sono davvero deluso», aggiunse. «Questo è un individualismo a cui mi ribello».
Qualche giorno più tardi, a dispetto dellomertà, i violentatori furono pizzicati. Si trattava di due minorenni marocchini, clandestini, uno era latitante da oltre un anno, da quando era evaso dagli arresti domiciliari. Laltro ieri, in una gelida sera danticipo dinverno, la storia si ripete. Cambiano solo il nome e il luogo della violenza. Il quartiere è il Navile, quello dove di notte si «gioca» alle corse clandestine dauto.
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