Nella caserma di Parolisi arrestata una soldatessa

Aversa (Caserta)Una soldatessa (ma all’epoca in cui non era ancora entrata a far parte dell’Esercito) aiutava il boss dei casalesi Emilio Di Caterino (oggi pentito) durante il periodo della sua latitanza. Laura Titta, 25 anni è stata arrestata all’alba di ieri dai carabinieri del Gruppo di Aversa, con altre dieci persone, accusate di avere favorito la latitanza dei pezzi da 90 della cosca di Casal di Principe.
I militari sono andati ad ammanettarla sul luogo di lavoro: la caserma del 235esimo Reggimento Piceno di Ascoli Piceno. Ovvero, la stessa caserma dove presta servizio il caporal maggiore Salvatore Parolisi, vedovo di Melania Rea, la donna di Napoli di 29 anni, uccisa lo scorso 20 aprile in circostanze ancora non chiarite, con 19 coltellate, nelle campagne del teramano.
La soldatessa infedele dal carattere geloso, non era ancora entrata in caserma nel periodo in cui favoriva con ruolo di vivandiera, la latitanza di Di Caterino. Il suo arruolamento è successivo: come dire, dai ranghi della camorra a quelli di una istituzione fondamentale per il Paese come l’Esercito.
Ovviamente è solo una coincidenza che sotto lo stesso tetto vivessero Titta e Parolisi. Due vite completamente differenti che non si intrecciano tra di loro, precisano gli investigatori. Ma nella caserma del 235esimo Reggimento, nel giro di due mesi, due gravissimi episodi di criminalità hanno scosso la tranquilla Ascoli Piceno.
Dopo l’omicidio di Melania, nella caserma Piceno adesso si parla tanto della soldatessa focosa che faceva punire i fidanzati, che non si comportavano - a suo dire - correttamente con lei.

Dalla ordinanza di custodia cautelare emerge che il 2 luglio 2008 la giovane donna convince il fidanzato del momento, Giovanni Mola e l’altro affiliato al clan Paolo Gargiulo a picchiare un suo ex, Giuseppe Madonia.
carminespadafora@libero.it

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