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Nella sua Stalingrado Penati s’illude: «C’è un clima nuovo»

La domenica elettorale di Filippo Penati comincia a Sesto San Giovanni, nell’ex Stalingrado d’Italia dove nel 1994 conquistò la poltrona di sindaco. Sono le 11 del mattino quando il candidato del Pd per la Regione Lombardia va a votare nella scuola Dante Alighieri. Giacca blu, camicia a quadretti e una cravatta bordeaux, a chi lo aspetta fuori dal seggio, si mostra fiducioso nei dati che arriveranno oggi. «Ci aspettiamo un grosso risultato a Milano e provincia. Siamo ottimisti». Contenti di aver fatto una campagna elettorale in mezzo alla gente e soddisfatti dell’accoglienza alle sezioni. Il suo, assicura Penati, è stato un voto convinto, senza alcun tentennamento. E poi attacca a parlare di costituzione, di democrazia e di un clima nuovo che prima ancora che politico, è soprattutto una «reazione civica». Specialmente al Nord. «C’è bisogno di dare un voto per migliorare le cose in Lombardia, ma anche per difendere la Costituzione e per migliorare la qualità democratica». Loro, quelli del centrosinistra, giurano di aver lavorato perché l’elettorato si presentasse alle urne in questi due giorni. «Credo che ci sia un voto anche in questo senso - continua l’ex presidente della Provincia di Milano - soprattutto per gli elettori del centrosinistra». Come se la disaffezione per la politica fosse un fatto che non li riguardasse e che vale solo per i rivali. Il candidato del Pd conta sulla partecipazione del suo popolo per dare l’alt «ai troppi conflitti e divisioni e al mancato rispetto delle leggi che troppo spesso vediamo». E a fine giornata, quando i dati dell’affluenza alle urne parlano di quasi otto punti in meno rispetto alle regionali del 2005, la sua squadra è pronta a scommettere che il più penalizzato sarà proprio il centrodestra.
Ci prova l’ex sindaco di Sesto: «Credo che Milano si confermi come il luogo dove è più forte lo scontento per una lunga stagione di governo delle destre nella nostra Regione, e dove c’è più voglia di cambiare». Ma la poltrona al Pirellone rimane un miraggio e in fondo lo sa anche lui. Pensa alle città chiamate a scegliere in questa tornata elettorale il sindaco e ripete: «Lì ci giochiamo una partita importante».

Il tempo di andare a pranzare con la famiglia e poi di nuovo in giro per i seggi per incontrare la gente, gli amici che l’hanno aiutato in questa campagna e verificare l’affluenza. Prima Sesto, poi Cologno Monzese e Milano. Sarà così per tutta la giornata, fino alle nove di sera. Oggi l’ultimo round, in attesa dei dati definitivi e del verdetto finale.

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