Nell'Europa League le italiane rischiano

Tra oggi e domani quattro sfide decisive per Juventus, Sampdoria, Napoli e Palermo nella seconda coppa continentale. Una manifestazione che da anni non ci vede protagonisti: la inseguono per un anno, poi dà fastidio a tutti

Nell'Europa League 
le italiane rischiano

Tre sorelle (Inter, Milan e Roma) su tre qualificate agli ottavi di Champions. É vero, alla Roma manca ancora un punto per andare a traguardo, ma il viaggio in Romania non è particolrmente impegnativo per Totti e soci. Tre su tre in Champions, quindi sono un convincente risultato. Ma in Europa league il cammino delle altre quattro sorelle (Juve, Napoli, Palermo e Samp), è meno esaltante, anzi in verità deprimente perchè rischiano tutte di uscire al primo turno che significherebbe incassare una gravissima umiliazione.

La vecchia coppa Uefa è sempre stata, negli anni Novanta in particolar modo, dominio assoluto delle italiane che a quella manifestazioni annettevano importanza quasi pari alla coppa dei Campioni. Adesso la considerano una perdita di tempo nella migliore delle ipotesi. L’ultimo club di casa nostra che ha fatto sufficiente strada è stata la Fiorentina di Prandelli, giunta in semifinale addirittura, quindi a un passo dalla finale tre stagioni fa. Una spiegazione a questo deficit deve pure esserci perchè niente può accadere, nel calcio moderno, per semplice caso specie se il flop è diventato costante.

Il primo motivo è legato alla cadenza del calendario: con l’appuntamento continentale trasferito al giovedì sera, molti club hanno trasformato l’Europa league nel torneo di riserva e affidato al campionato il ruolo principale sventolando motivazioni ridicole. «Tra giovedì e domenica non riusciamo a recuperare energie» hanno fatto sapere più volte tecnici e calciatori interpellati sull’argomento. Come se invece inglesi e spagnoli giocassero su un altro pianeta o con un altro calendario. Non hanno il coraggio di confessare il triste e malinconico inganno: e cioè durante il campionato si scannano per avere in posto in coppa e così soddisfare le aspettative di tifosi e presidente.

Poi non hanno la forza, economica, di predisporre una rosa adeguata a sostenere il duplice impegno e appena si ritrovano in posizioni di classifica incoraggianti, abbandonano l’Europa

league per dedicare il meglio delle proprie risorse all’inseguimento, spesso vano, della Champions league che promette grande popolarità oltre che un ricco premio. Guardate Juve, Napoli e Palermo e poi tirate una somma.

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