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Nicole Kidman: "Diventerò mamma di un figlio tutto mio"

L’attrice annuncia al "Daily Mail": "Sono incinta", ma non svela quando nascerà il bebè. Si realizza un sogno a lungo inseguito. Il padre è Keith Urban

Nicole Kidman: "Diventerò mamma di un figlio tutto mio"

da Sydney

«Sono incinta». Due parole per gridare al mondo la sua felicità. Per condividere la gioia di una maternità in cui, in cuor suo, persino lei aveva quasi smesso di credere. In quel momento, mentre confermava la notizia al quotidiano Daily Mail, c'è da scommettere che lo sguardo vagante di Nicole Kidman, quarant'anni appena compiuti, abbia perso finalmente quella sfumatura malinconica che da troppo tempo la rendeva un'icona dell'infelicità. C'è da credere che il suo sorriso a lungo così sbiadito abbia riacquistato, forse per sempre, il colore della felicità. «Diventerò mamma di un figlio tutto mio», ha aggiunto la Kidman, senza svelare quando nascerà il bebè che avrà per padre il cantante country Keith Urban, secondo marito della diva, finalmente uscito da un lungo periodo di disintossicazione dall'alcol.
E pensare che proprio in questi giorni il volto di Nicole Kidman che insegue, come sempre, chissà quali pensieri, appare sulla copertina del settimanale Vanity Fair con in braccio la nipotina Syhella, sotto un titolo emblematico, quasi premonitore: «Il figlio che vorrei». Nell'intervista l'attrice svela quanto la solitudine l'abbia schiacciata in tutti questi anni, racconta di come la sua vita sia corsa via sui binari altalenanti di un ottovolante, tra felicità apparente e profonda infelicità, e di come un figlio tutto suo sia sempre stato il sogno più rosa di un'esistenza dai troppi chiaroscuri.
Un sogno inseguito, accarezzato, immaginato a lungo, sin da quando era un'adolescente già bellissima e viveva ancora a Sydney con la sua famiglia di intellettuali liberal. E che non si realizzò nemmeno quando a ventidue anni sposò Tom Cruise: «Cercai di avere un figlio subito dopo il matrimonio. All'inizio persi un bambino, un'esperienza molto traumatica per entrambi. Fu in quel momento che decidemmo per l'adozione, una scelta per me perfettamente naturale anche perché mia madre ha una sorella adottata», racconta l'attrice a Vanity Fair. A venticinque anni Nicole Kidman con Cruise adottò Bella, che oggi ha 14 anni, a ventisette Connor, che ora ne ha 12, provò ad avere altri figli ma non ci riuscì mai. Poi il matrimonio si disintegrò e per la Kidman seguirono mesi e mesi di non amore. Anni di una tristezza schiacciante che, superfluo sottolinearlo, neppure il premio Oscar vinto per The Hours riuscì minimamente ad alleviare proprio perché non c'era nessuno a condividere la gioia con lei. Anni in cui diventava sempre più il ritratto di una diva frastornata dagli applausi.
Nemmeno quei due figli adottati, fortemente voluti ed amati, sono riusciti a farla sentire meglio e ad appagare il suo desiderio di maternità. A chiudere le ferite della solitudine che nonostante il successo al cinema, la ricchezza, la bellezza, i tanti amori quasi tutti però finiti al vento, ha continuato sino ad oggi a tormentarla. Come se quei bambini aprissero sempre, pur senza volerlo, una ferita del suo cuore, come se fossero sempre lì a ricordarle una fase della vita, quella del matrimonio con Tom Cruise, che voleva provare a cancellare dai suoi pensieri.
«Voi non sapete come sia difficile trovare un amore quando si è una donna sola con due figli», dichiarò ai giornali qualche tempo dopo il divorzio. Non le è mai bastato in tutto questo tempo far crescere i due figli adottati, che ora vivono con il padre a Los Angeles, inculcare loro l'amore, educarli alla vita: su di lei è prevalso sempre e comunque il senso del possesso, la voglia di avere qualcosa, qualcuno, generato in prima persona come antidoto alla solitudine di ieri, di oggi, di domani. E ben presto quel bambino tutto suo era diventato una ossessione. Magnifica, ma pur sempre un'ossessione. Che continuava a renderle la vita sempre più inquieta nonostante il nuovo matrimonio con Keith Urban, messo però subito alla prova dalla dipendenza dall'alcol del marito, e ad accelerare il conto alla rovescia verso il traguardo difficile della maternità ora che ormai aveva raggiunto i quarant'anni: «Sì, desidero un bambino con tutta me stessa. Sarebbe davvero triste se non riuscissi ad avere un figlio. Keith sa quanto lo voglio, e anche lui, lentamente, ci sta arrivando», dichiara sempre a Vanity Fair l'attrice, in questi giorni protagonista al cinema del fantasy La bussola d'oro, lasciando intuire che il marito suo coetaneo non ha la medesima ansia di paternità.
Comunque sia adesso il suo sogno si sta per realizzare. Ora basta, si volta pagina. Per sempre. Via quel sorriso malinconico, via quello sguardo così distante. Non c'è più tempo per i brutti pensieri, per i ricordi bui dell'altroieri. Adesso nel cuore di Nicole non abita che quella frase, pronunciata troppe volte, tra sé e sé e a voce alta, come a volersi convincere che, prima o poi, anche per lei sarebbe stato tempo di tornare a sorridere: «Devi aver vissuto la tristezza per capire veramente cos'è la felicità».

Una felicità che lei riuscirà finalmente a riscattare grazie ad un bambino che verrà.

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