Niente altra guancia: i copti in piazza chiedono vendetta

Il giorno dopo il sanguinoso attentato di Alessandria cresce in Egitto la collera dei copti, che sono scesi in strada anche nella capitale ingaggiando scontri con la polizia e hanno cercato di dare l’assalto all’auto del grande Imam di Al Azhar che si era recato a porgere le condoglianze al patriarca copto Shenuda III. Proprio dal grande Imam è giunto un aspro attacco a Benedetto XVI che è tornato a parlare dell’attentato, affermando che «questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera».

Il ministro degli Esteri Frattini ha sollecitato un intervento dell’Europa. L’intervento di sheikh El Azhar è giunto in una giornata di acuite tensioni. Migliaia di copti sono scesi in strada invitando alla «vendetta» e reclamando «l’uguaglianza con i musulmani». Negli scontri dieci manifestanti sono rimasti feriti. I cristiani, che sono fra il 6 e il 10% dei circa 80 milioni di egiziani appaiono sempre più esasperati: molti non hanno gradito che inquirenti e politici abbiano subito cercato di addossare a esterni la responsabilità dell’attentato. Sulla strage grava l’ombra di Al Qaida, la cui ala irachena aveva minacciato all’inizio dello scorso novembre di colpire la comunità copta a causa di una intricata vicenda con al centro due cristiane che sarebbero state «tenute prigioniere» in monasteri perchè convertitesi all’Islam.

Intanto, anche in vista del prossimo Natale ortodosso il 7 gennaio, è stata rafforzata la sicurezza intorno alle chiese.

Un anno fa in alto Egitto otto cristiani furono falciati a colpi d’arma da fuoco all’uscita di una chiesa proprio la notte di Natale: e la polizia fece infuriare i copti perché all’inizio cercò di accreditare la pista del «crimine comune».

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