No ai giocattoli in televisione: sono diseducativi

Niente pubblicità di giocattoli in tv: dal 1994 sui teleschermi greci, pubblici e privati, non appare più neanche la Barbie, la bambola più famosa del mondo, e naturalmente le armi, i pupazzi, e quant'altro ammalia la vista dei bimbi nelle ore di ascolto tv. Lo ha deciso il Parlamento greco approvando una legge speciale che proibisce la pubblicità televisiva di ogni giocattolo nelle ore di punta per l'ascolto degli adolescenti, dalle 7 del mattino alle 22. Obiettivo dei legislatori greci: proteggere «il bambino-consumatore». In realtà la legge antivisione giochi mira a proteggere anche le tasche dei poveri genitori, bombardati dalle infinite richieste dei figli per avere gli ultimissimi modelli di giochi in commercio.

La legge è stata sollecitata e sostenuta da gruppi di consumatori allo stremo di fronte ad un mercato e ad una pubblicità molto, troppo fiorente. In Grecia la spesa annua per acquisto di giocattoli di vario genere era di circa 20 miliardi di dracme (78 milioni di euro). Oggi la spesa s’è dimezzata. La Ue ha protestato, ma per il momento la Grecia resiste.

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