Fabrizio de Feo
da Roma
Il governo persevera nellintenzione di escludere il Ponte sullo Stretto dallelenco delle infrastrutture utili per il Paese. Ma il vicepresidente (siciliano) dei deputati di Forza Italia, Enrico La Loggia, non ci sta. E promette battaglia.
Onorevole Enrico La Loggia, con lapprovazione della mozione Franceschini lUnione ha condannato il Ponte alloblio, stabilendo che non è più una priorità. È una sentenza di merito o una sentenza politica?
«Cè una grande contraddizione allinterno della sinistra. Alcuni, come i Verdi e i Comunisti, hanno inteso lapprovazione della mozione come una pietra tombale sul progetto. Altri hanno giocato sullequivoco del rinvio, dicendo che prima del Ponte bisogna realizzare altre infrastrutture su quel territorio, cosa che a me pare molto, molto ipocrita. No, la sentenza è sicuramente più politica che di merito».
I fondi per il Ponte possono essere dirottati su altre opere?
«I fondi Fintecna non stanno in un cassetto pronti a essere riportati al Tesoro che li riutilizza. Fintecna si è impegnata a reperirli ma soltanto se fossero per il Ponte».
È sorpreso dai voltafaccia di quei parlamentari siciliani dellUnione che hanno cambiato idea sullutilità del Ponte rispetto a qualche anno fa?
«Sorpreso no, ma molto amareggiato sì perché su un argomento su cui dibattiamo dagli anni 50, con progetti che si sono susseguiti nel tempo, dopo una lunga serie di studi ambientali e sismici, dopo gli studi sugli effetti delle correnti marine e aeree, tutti finalizzati a renderlo più sicuro e con minore impatto ambientale, dopo aver fatto toccare con mano il Ponte ai siciliani e ai calabresi, vedere questo accodarsi in maniera un po vigliacca al governo solo per spirito di bottega lho trovato squallido».
Si aspettava uno scatto di orgoglio da parte loro?
«Sì, certo, mi aspettavo che nel nome dellinteresse della Sicilia facessero fronte comune. E non solo loro. Non dimentichiamo che Prodi, Rutelli e altri avevano detto che il Ponte si doveva fare, Rutelli addirittura aveva detto entro il 2011. Davvero tutto questo lascia lamaro in bocca. I siciliani, i calabresi e gli italiani tutti devono sapere chi è affidabile e chi no».
Il sogno del Ponte è definitivamente svanito?
«Noi continueremo a combattere, se del caso con un referendum e con altre iniziative. Dobbiamo far capire che il Ponte è unopera davvero troppo importante».
Nella realizzazione del Ponte sono state coinvolte molte aziende estere. Che effetto può avere sulla credibilità del Paese questo voltafaccia?
«Sul piano internazionale facciamo la figura della gente inaffidabile. Non si può coinvolgere tutto il mondo, lottare e ottenere finanziamenti europei, collegarsi al corridoio Berlino-Palermo e poi bloccare tutto perché lopera è stata avviata da un altro governo. Ora quale altra grossa ditta riterrà di poter trattare con lItalia considerandola un interlocutore affidabile?».
Non pensa che a livello di comunicazione sarebbe stato meglio parlare di più di grandi reti, visto che il ponte sullo Stretto di Messina non è che un pezzo della grande rete Berlino-Palermo?
«Forse sì, forse avremmo dovuto spiegare meglio le mille implicazioni positive del Ponte. Ma francamente è una di quelle opere talmente importanti che uno pensa basti la logica e lintelligenza a farle capire. Guardi, qui non cè in ballo solo il collegamento viario-ferroviario ma cè anche lopera in sé che sarebbe, anzi sarà, lopera di ingegneria più importante mai realizzata dalla mente umana. Avrebbe un impatto epocale. Al di là dellindotto di miliardi e al di là dei 40mila occupati, alcuni studi prevedono che non meno di 10 milioni di turisti in Calabria e in Sicilia verrebbero ad ammirare lopera. Sarebbe lottava meraviglia del mondo».
Con la mozione di cui era primo firmatario lei ha tentato di percorrere la via parlamentare, si aspetta ora iniziative da parte del popolo siciliano?
«Chiedo loro uno scatto di orgoglio.
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