Egregio direttore dottor Lussana, con grande rincrescimento constato che l'argomento cultura non rientra nelle priorità dei media. Sono da sei anni titolare di una media libreria situata nella periferia di Genova e di questi tempi sto amaramente meditando sul mio futuro come libraia e Le spiego il perché: il 12 giugno scorso il parlamento ha approvato un emendamento che liberalizza lo sconto sui libri e annulla di fatto il diritto d'autore. È una legge killer per tante medie e piccole librerie indipendenti che svolgono con passione e professionalità il loro lavoro di presidio culturale sul territorio, ma che, già in sofferenza per la contingenza economica, non potranno reggere alla concorrenza sleale e spietata delle librerie di catena e della grande distribuzione. L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è lo sconto del 15% sulla scolastica che la grande distribuzione (leggi Coop) offre ai soci, anche per accaparrarsene di nuovi, nel periodo di maggior vendita della stessa, lasciando poi a noi librai le briciole dei libri che non arrivano o che sono sbagliati. Noi il servizio scolastica lo svolgiamo tutto l'anno e non soltanto nei tre mesi, da luglio a settembre, più remunerativi. Lo sconto del 15% per noi è il margine di guadagno.
Nella mia piccola libreria io offro un'ampia scelta anche di editori minori e non solo i bestseller e qualche volta i lettori più accorti mi gratificano per questo, ma ormai sono «alla frutta». La lobby delle librerie indipendenti non esiste e non può certo contrastare i grandi editori e la grande distribuzione, ma vorremmo almeno combattere ad armi pari. In Francia si festeggiano i 25 anni della legge sul prezzo del libro mentre in Italia, «culla della civiltà», si promuove la «cultura del dio denaro». Quello che più mi amareggia è che nessun intellettuale, promotore culturale o «grande» scrittore ha preso posizione in merito all'argomento, che sembra interessare solo gli addetti ai lavori e nulla più.
Il vendere libri è «vendere l'anima» e tanti miei colleghi in questi giorni sono veramente disgustati da questa politica che decide ignorando la realtà di una difficile professione che se non sarà salvaguardata sarà destinata a scomparire con grande detrimento di una vera democrazia culturale. Mi auguro che questa mia trovi in Lei quella sensibilità al problema che non ho trovato in due scrittori interpellati nelle scorse settimane. La ringrazio per quello che farà e le porgo cordiali saluti.
Libreria-Casa editrice Libro Più
Cara signora Dellepiane, la questione che ci pone è di indubbio interesse e apre un dibattito. In questo momento le famiglie sono in sofferenza economica e cercano ovunque le offerte. ma resta il fatto che se si leggesse di più tutti ne guadagneremmo. Non solo economicamente.
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