Noi a piedi, le «mammine» a Lisbona col Comune

«Fammi vedere un po’ come tossisci». Papà Nicola guarda le due figlie più piccole infagottate in una giacca a vento più grande di loro, con i guantini a righe e in mano un blocchetto colorato con una macchina disegnata sopra e accanto la scritta «Multa da 100 euro». Le bimbe prendono il respiro con tutta la forza che hanno e poi esplodono in un colpo di tosse più forte che possono per far contento il babbo. «Siamo state brave?». Milano ore 11.30, piazza della Scala. Il momento più caldo della protesta dei genitori antismog dura sessanta secondi e ha il suono di un grande starnuto collettivo. Ci sono anche Franca Rame e Dario Fo in piazza a dire che la sindachessa è una «stupidona a fare il blocco. Deve far pagare l’Ecopass 50 euro». Madri, padri, nonni e bambini con le magliette e i palloncini della contestazione che spuntano dalle carrozzine e dai cestini della bicicletta. Loro che della lotta all’inquinamento hanno fatto una ragione di vita e di morte. Che puntano il dito contro il Comune responsabile di non attuare provvedimenti sufficienti per placare le polveri sottili e che però dalla stessa amministrazione si fanno pagare un viaggio a Lisbona per presentare i risultati di una ricerca di studenti milanesi, di cui si sono fatti promotori. «Abbiamo dato un rimborso spese di 5mila euro per alcuni biglietti per il trasferimento - spiega il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri -. Pagati a fattura per la partecipazione dei ragazzi degli istituti Livi, Rinascita e Cremona». E delle mamme (oltre che dei consiglieri Massari e Baruffi e degli altri partecipanti al progetto) che tengono a precisare di aver acquistato tutti ticket low cost e di non aver nemmeno usato l’intero budget. «Era una cifra irrisoria. Noi ci autofinanziamo da sole».
Loro che vogliono farsi portavoce di un malessere comune e condiviso dalla cittadinanza intera e che poi in piazza si ritrovano soltanto in poche centinaia. I numeri a fine giornata parleranno di una «sparuta minoranza di mamme milanesi, circa 500 su 206mila - la definisce il vicesindaco De Corato - per protestare contro l’unico comune lombardo che ha Ecopass, che oggi blocca il traffico». Persino la battaglia dei cuscini in piazza del Duomo ha avuto più successo in termini di affluenza, s’intende. Mentre davanti a Palazzo Marino i genitori della scuola di via Corridoni, dove tre bambini si sono ammalati di leucemia, stendono il loro striscione. Ma quando si chiede se la causa di quel male terribile sia davvero l’inquinamento abbassano lo sguardo: «Non lo sappiamo. Dicono che dipenda da fattori ambientali». Le mamme consegnano a Manfredi Palmeri cinque cd pieni di dati sull’inquinamento e una lettera per chiedere la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale sullo smog. «Valuteremo la proposta nella conferenza dei capigruppo mercoledì», risponde il presidente Palmeri. Appendono il decalogo delle proposte per abbatterlo (l’estensione dell’Ecopass a tutti i veicoli, l’allargamento dell’area ticket e l’ampliamento delle piste ciclabili) e giurano di essere super partes. «L’ambiente non ha colore, è una questione di civiltà».
E però, si muove persino il comitato Viviamo Milano che denuncia la «strumentalizzazione del problema dell’inquinamento ad opera delle associazioni e degli pseudo-comitati che si stanno mobilitando in questi giorni».

Manca una componente costruttiva e la sensazione è che «si sia voluto forzare principalmente sull’effetto mediatico, trascurando il vero obiettivo: dare un contributo serio e concreto, utile allo sviluppo di politiche ambientali efficaci». Sono quasi le 13, le mamme inforcano le biciclette e si preparano per il fine settimana. Fuori città.

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