Il virtuosismo è la loro cifra. La passione nostalgica per un «mondo» irrimediabilmente tramontato il loro destino. Stiamo parlando della band canadese The Musical Box che sarà domani sera al Gran Teatro per la tappa romana del loro nuovo tour europeo dal titolo «A trick of the tail». Un anno fa avevano raccolto migliaia di «orfani» dei Genesis sotto il tendone di Tor di Quinto per il concerto dedicato a «The lamb lies down on Broadway» lalbum della band inglese uscito nel 74 e subito riconosciuto dai critici come una pietra miliare del rock progressive. Il gruppo americano di Denis Gagnè e Sèbastien Lamothe viene facilmente etichettato come clone della formazione di Gabriel e compagni ma è una semplificazione che non rende merito allo sforzo di ricerca e documentazione che cè dietro ogni loro esibizione. Già, perché in tempi di new media, ciò che più manca è la possibilità di rivivere esperienze autentiche e culturalmente importanti come i concerti delle storiche band degli anni Settanta. Gagnè e compagni concedono invece al loro pubblico una seconda possibilità. Da anni (ormai quasi tre lustri) hanno fatto della riproduzione «filologica» dei concerti dei Genesis il loro mestiere. La novità di oggi è rappresentata dalla scelta di puntare per la prima volta sulla produzione del complesso inglese dopo luscita di Peter Gabriel. Il concerto di domani sera infatti riproporrà non solo i titoli del disco uscito nel 76 e caratterizzati dalla voce di Phil Collins, bensì la scaletta esatta dei concerti che portarono i «nuovi» Genesis in giro per il mondo per promuovere il disco.
Lidea alla base degli spettacoli dei Musical Box è di ricreare le stesse atmosfere degli storici concerti del gruppo inglese e portare lo spettatore a rivivere quegli straordinari momenti come se i Genesis stessi fossero sul palco.
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