Garlasco (Pavia) - Accusa il colpo il procuratore
capo di Vigevano Alfonso Lauro ma
non si sbilancia: «Un episodio che
rientra nella normale dialettica processuale,
il gip poteva accogliere la
nostra richiesta oppure respingerla,
come ha fatto».E neppure anticipa
le mosse del suo ufficio: «Valuteremo
insieme alla collega Muscio».
Lasciandosi però sfuggire che potrebbero
cercare nuove prove contro
«altri soggetti», anche se però,
su questo punto, non fornisce ulteriori
precisazioni. Lauro, comprensibilmente,
non parla volentieri della
decisione di gip di scarcerare Stasi,
ma non si sottrae alle domande.
Procuratore, innanzitutto, ha già
letto il provvedimento che sconfessa
la vostra iniziativa di fermare
Alberto Stasi?
«Naturalmente, anche se vorrei subito
precisare che il gip non ha sconfessato
le nostre conclusioni. La dottoressa
Giulia Pravon non ha smontato
gli elementi che noi abbiamo
portato a carico dello Stasi, semplicemente
li giudica non bastevoli
per tenere in carcere l’indagato.
Che tale rimane. Alberto Stasi infatti
non esce dall’inchiesta».
E adesso cosa farete?
«Oggi pomeriggio (ieri per chi legge,
ndr) mi riunirò con la collega
Muscio, esamineremo quanto scritto
dal gip e valuteremo con cura
quale iniziative intraprendere».
Che saranno?
«Le solite in casi come questi. Se
riterremo che il nostro impianto accusatorio
non sia stato intaccato
dall’esame del gip ci limiteremo a
ricorrere al Tribunale del riesame,
magari articolando meglio la richiesta.
Ma potremmo anche continuare
su questa strada, lasciando Stasi
a piede libero, e cercare nuove prove
contro di lui. O magari cercare
nuove prove contro altri soggetti».
Potrebbero intervenire anche delle
novità? il Ris di Parma sta esaminando
le macchioline di sangue
trovate dentro i pedali della bicicletta
dell’indagato.
«Certo. Stiamo sempre aspettando
gli esiti di quegli esami. Ricordiamoci
che non si tratta di analisi facili,
la quantità di materiale è minima e
ci vuole tempo. Non è come al cinema
che nel giro di un’ora si hanno
tutte le risposte».
Ora però, lo voglia o non, siete voi
a finire su quel «banco degli imputati
» su cui lei stesso ha messo per
oltre un mese la stampa. Accetterà
di essere criticato?
«E già successo. Però io ho spesso
criticato la stampa sempre senza
trascendere nell’insulto o nell’attacco
personale, come purtroppo ha
fatto qualche organo di informazione
nei nostri confronti. Rimane comunque
il mio giudizio su un’informazione
troppo invadente in un’indagine
delicata come questa».
Voi però troppo spesso vi siete
chiusi in un ostinato mutismo, forse
sarebbe stato meglio fornire
qualche notizia in più. Gestire l’informazione
anziché subirla.
«Lei intende “dare le noccioline”?
Se vogliono usare questo paragone
sono sicuro che se il primo giorno vi
avessi dato una nocciolina, il giorno
dopo me ne avreste chieste un chilo.
E il giorno dopo ancora dieci chili.
No, rimango convinto che la scelta
di riservatezza fatta da questa
procura fosse la strada giusta».
Se qualche eccesso c’è stato da parte nostra, non crede che però sia impossibile cambiare le regole del gioco a partita iniziata quindi tanto vale accettarle?
«So benissimo che non è possibile operare dei cambi in corsa, io mi sono limitato a dare un segnale, che spero possa servire per il futuro».
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