Novelli: «Non si creano mostri ma si aprono strade alla scienza»

«Effettuare manipolazione genetica sugli embrioni a scopo di ricerca non significa fare esperimenti, assurdi e inutili, di clonazione umana a scopo riproduttivo, ma significa fare ricerca sulle cellule staminali embrionali, che rappresentano oggi la vera e grande fonte per la potenziale cura di tantissime malattie». Il genetista Giuseppe Novelli, dell’Università Tor Vergata di Roma, plaude alla possibilità di manipolazione genetica degli embrioni umani a scopo di ricerca e cerca di minimizzare la scelta etica d’Oltremanica.
«Gli scienziati inglesi non vogliono manipolare gli embrioni per creare dei nuovi mostri, ma semmai aprire nuove strade per potenziali cure di malattie gravi attraverso le staminali o per studiare i casi di embrioni affetti da malattie genetiche sempre allo scopo di ricerca». Di conseguenza, conclude Novelli, si tratta di «un grandissimo passo avanti per il bene della ricerca, da parte di un Paese, come è appunto la Gran Bretagna, da sempre all’avanguardia in questo settore». La ricerca, secondo Novelli, «non deve avere dei limiti a priori, ma i limiti si possono dare solo in una fase successiva, in fase di applicazione». Poi il dubbio del ricercatore: «Se non studiamo e capiamo i processi biologici iniziali come riusciremo a capire e sconfiggere malattie come i tumori?». Anche Novelli, infine, come Dallapiccola, punta l’indice sui ritardi dell’Italia.

«Sul fronte della ricerca continuiamo a restare indietro, rimanendo isolati rispetto ai Paesi più progrediti e perdendo anche importanti finanziamenti europei, il tutto con un grave danno per gli stessi cittadini e le generazioni future».

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