Alberto Toscano
da Parigi
Il presidente francese Jacques Chirac è tornato ancor più debole da Bruxelles dopo il vertice sulla Costituzione e sul bilancio dellUe. Il 29 maggio Chirac aveva ricevuto un primo durissimo colpo a seguito del successo dei «no» al referendum per la ratifica del Costituzione europea. Poi ha cercato di sedurre i connazionali alzando il tono contro un «nemico» esterno: Tony Blair, accusato di rifiutare ogni solidarietà pur di difendere i privilegi britannici sul terreno dei contributi al bilancio dellUnione. La polemica tra i due ha sconvolto il summit di Bruxelles, ma Blair ha tenuto duro: niente revisione del contributo britannico se non si mette al tempo stesso in discussione la Politica agricola comune (Pac), di cui i francesi sono i principali beneficiari. Chirac ha dovuto ingoiare il rospo, rendendosi conto di quanto il «no» francese del 29 maggio abbia ridimensionato il peso politico di Parigi.
Anche sulla prosecuzione delle ratifiche del Trattato costituzionale Chirac ha dovuto accettare una scelta diversa da quella in cui sperava. La Francia voleva costringere gli altri a procedere secondo il calendario stabilito, ma invece questo processo è stato sostanzialmente sospeso fino al 2007, che è - guarda caso - lanno delle presidenziali francesi e del pensionamento di Chirac. Il suo successore deciderà come trattare il problema della Costituzione europea e su quella base gli altri Paesi dellUe decideranno se convocare i propri referendum. Per riguadagnare qualche simpatia, Chirac ha inasprito la propria posizione sul futuro allargamento dellUnione: dopo lingresso di Bulgaria e Romania, presumibilmente nel 2007, occorrerà un congruo periodo di riflessione. Come dire che Chirac, finora filoturco, si sta orientando a chiudere la porta in faccia ad Ankara, così come da tempo auspica il ministro degli Interni e presidente del suo stesso partito (lUmp) Nicolas Sarkozy, che ieri ha detto «basta con lallargamento». Intanto il premier Dominique de Villepin ha sostenuto che «lattuale crisi dellUnione è una delle più gravi della nostra storia». Questi toni durissimi trovano ampia eco nella stampa francese, che se la prende soprattutto con Tony Blair.
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