Nuovi raid alleati a est di Tripoli E Gheddafi ricompare in tv

Ancora bombardamenti, ancora combattimenti. Da Misurata alle porte di Tripoli la Libia continua a vivere i suoi giorni neri. Da una parte gli aerei della Nato, che ieri hanno colpito l’aeroporto internazionale di Mitiga, a est di Tripoli, insieme con la città costiera di Al-Mayah, circa 60 chilometri a ovest della capitale. Dall’altra le truppe governative in lotta contro i ribelli, a ovest, in particolare a Zawiyah, la città alle porte di Tripoli teatro a febbraio e marzo di scontri mortali tra insorti e forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. La tv di Stato libica intanto ha trasmesso immagini del Colonnello mentre incontra il presidente della Federazione internazionale di scacchi, Kirsan Ilyumzhinov che ha affermato che il rais gli ha detto di non avere intenzione di lasciare il Paese. Le forze governative avevano ripreso il controllo di Zawiyah a marzo, ma i ribelli affermano di avere ripreso ieri una parte della città. Eppure ci sono almeno 13 morti. Altri 5 si registrano a Intanto le forze di artiglieria di Gheddafi hanno attaccato la città di Zinten, sulle montagne a sudovest di Tripoli. Altri 5 si registrano a Zinten, sulle montagne a sudovest di Tripoli, dove le forze di artiglieria di Gheddafi hanno attaccato la città. Il giorno precedente i ribelli si erano scontrati a Sabha, la città-oasi 800 chilometri a sud di Tripoli.
Anche il sud della Libia si schiera contro il regime di Muammar Gheddafi, dopo essere stato a lungo ritenuto il suo baluardo. Per la prima volta nella città meridionale di Sabha da alcuni giorni i giovani e i membri di una numerosa tribù antigovernativa stanno protestando nelle strade e preparando le armi per unirsi alla battaglia. Gran parte della popolazione della città è originaria di Chad, Niger e Sudan, portata in Libia da Gheddafi negli anni ’80 con l’offerta di stipendi statali in cambio di sostegno mercenario al regime.

Molti di questi uomini si sono già spostati al nord per combattere nelle fila delle truppe governative, ma ora scoprono di aver lasciato dietro di sé uomini e giovani che insieme alla tribù anti-Gheddafi Awlad Suleiman si schierano dall'altra parte della barricata, con i ribelli.

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